Quattrocento medici rischiano il posto di lavoro negli ospedali pugliesi a seguito della manovra finanziaria di Tremonti che, al comma 8 dell'articolo 16, obbliga a considerare nulli i contratti di stabilizzazione. Una situazione questa che porterebbe al collasso definitivo della sanità in Puglia. La circostanza ha provocato malumore nell'amministrazione regionale, in primis nell'assessore alla sanità Tommaso Fiore. A ciò si aggiungono le proteste dei sindacati che annunciano iniziative. La Regione, dal canto suo, sta cercando di porre ai ripari e sembra orientata a mantenere in servizio quei medici, rinunciano ai quali si correrebbe il rischio di interruzione di pubblico servizio. Il 19 è previsto un incontro tra Fiore. Come se ciò non bastasse, Antonio Mazzarella, segretario della Cgil medici di Bari e Giuseppe Gesmundo, segretario generale della Cgil funzione pubblica di Bari denunciano un'altra «distorsione» che sarebbe in arrivo con la manovra: una deroga al blocco delle assunzioni per le regioni sottoposte ai piani di rientro, ma solo per i primari.