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Processo Sabr. La politica assedia il sindaco: il Comune si costituisca

Data: 31/01/2013 - Ora: 12:30
Categoria: Cronaca

Processo Sabr

Inizia oggi il processo contro il caporalato

"Bisogna stare dalla parte degli oppressi e non degli schiavisti. Quello che è accaduto nelle campagne di Nardò è molto grave: nella civilissima Europa, nel nostro territorio, ci sono ancora persone che sfruttano all’inverosimile altre persone", ha proseguito Teresa Bellanova. "Nessuno può permettersi di distrarsi, nessuno può girarsi dall’altra parte, né battaglie come questa possono piegarsi a interessi di parte. L’intervento delle istituzioni deve essere cristallino", tuona Teresa Bellanova che da sempre segue con la massima attenzione il dramma del caporalato nel sistema produttivo. Proprio grazie all’impegno di Bellanova, che sul tema aveva chiesto un’indagine conoscitiva al ministero del Lavoro, sono state inasprite le pene per il reato di caporalato riconoscendo agli stranieri che denuncino i loro lavoratori in nero il diritto al permesso di soggiorno.

"Un sindaco ha il dovere di schierarsi al fianco dei cittadini. Chiediamo a gran voce, perciò, che Marcello Risi ritorni sui suoi passi". Anche il segretario provinciale del Pd Salvatore Capone lancia un appello al primo cittadino di Nardò perché domani il Comune si costituisca parte civile durante la prima udienza del processo Sabr per sfruttamento ai danni di immigrati nel comune di Nardò.

Questa mattina sul banco degli imputati dinanzi ai giudici della Corte d’assise di Lecce saliranno infatti i 16 presunti sfruttatori responsabili di un’organizzazione criminale transnazionale dedita al favoreggiamento dell’ingresso in Italia di clandestini destinati alla raccolta di angurie e pomodori proprio nel territorio neretino. Tuttavia, nonostante le spinte dei cittadini, il sindaco Risi ha dichiarato la sua contrarietà a prendere parte al processo per reclamare i danni subiti dalla sua comunità facendo sapere in una nota che, a suo parere, non ci sarebbero i presupposti legali.

"Conoscendo il suo impegno per la comunità sono certo che Risi non si tirerà indietro. Il sindaco – ha commentato Salvatore Capone – ha infatti il dovere di mostrare il suo appoggio ai suoi concittadini costituendosi parte civile al processo. Da troppo tempo il Comune di Nardò è diventato simbolo di sfruttamento del lavoro e del caporalato. Ora che è arrivato il momento del riscatto sono sicuro che Risi saprà fare la sua parte come ha sempre fatto".

Autore: Maria Nocera

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