Questo portale non gestisce cookie di profilazione, ma utilizza cookie tecnici per autenticazioni, navigazione ed altre funzioni. Navigando, si accetta di ricevere cookie sul proprio dispositivo. Visualizza l'informativa estesa.


Home Page

Primo rapporto Caritas sulla povertà a Lecce

Data: 15/12/2011 - Ora: 12:42
Categoria: Economia

Al di là delle diversità di approccio e di definizione dei dati

Sono ormai alcuni anni che tutti i dati sulla povertà in Italia, pur nella loro diversità, ci presentano una situazione di fragilità e disagio sociale, particolarmente grave, già evidente ancor prima del manifestarsi della recente crisi economica e finanziaria, che ha prodotto un aumento della disoccupazione e dei fenomeni di precarizzazione e di vulnerabilità sociale. L'Istat misura l'incidenza della povertà relativa e da un paio d'anni ha ripreso a misurare anche quella assoluta; l'Istituto Europeo di statistica (Eurostat) rileva il numero di persone che rischiano di diventare povere; i Rapporti Caritas, soprattutto gli ultimi, provano, invece, a leggere il tema della povertà nella sua dimensione multidimensionale, mettendo i relazione i dati ufficiali con le prospettive di evoluzione del fenomeno in relazione alle mutate condizioni ed esigenze delle famiglie, all'interno di una scenario socio-economico fortemente influenzato in senso negativo dalla crisi.

È un approccio che ben si integra con quello più squisitamente economico che, mettendo l'accento non tanto sulla povertà quanto sui "poveri", consente di vedere anche quello che i dati ufficiali non evidenziano, le diversità territoriali, le nuove "carriere" di povertà, altalenanti e multiproblematiche, fortemente dipendenti dalle risorse solidaristiche del welfare familiare, amicale, le "povertà del benessere", legate a modelli di consumo non corrispondenti ai propri livelli di reddito.

Al di là delle diversità di approccio e di definizione dei dati, essi ci mostrano:
• un'Italia maggiormente impoverita, con un'incidenza della "povertà relativa" estremamente preoccupante (tra le più consistenti in Europa) e con una dimensione della "povertà assoluta" decisamente grave;
• l'emergere di significative situazioni di difficoltà, anche in aree geografiche tradizionalmente "forti";
• l'aggravarsi dei livelli di povertà negli strati sociali tradizionalmente disagiati;
• la comparsa di inedite figure di "nuovi poveri" non facilmente rilevabili dagli indicatori tradizionali, come le persone in temporanea difficoltà economica;
• l'aumento, tra i "nuovi poveri", soprattutto giovani e famiglie numerose, con più di tre figli;
• l'aggravarsi dei livelli di povertà nel Mezzogiorno. I dati Istat non rappresentano l'unica fonte di informazione della situazione della povertà nel nostro paese. Da tempo i Rapporti Caritas sulla povertà ed esclusione sociale, mettendo l'accento sulla necessità di non ridurre lo spazio di riflessione sulla povertà all'aspetto puramente economico, ci forniscono informazioni di grande interesse, evidenziando aspetti della povertà e dell'esclusione sociale che non emergono facilmente dalla lettura dei dati statistici ufficiali.

Nell'XI Rapporto Caritas (2011), la tendenza ad un progressivo aumento del numero di persone in grave difficoltà economica, e non solo, trova una drammatica conferma, così come trova conferma il continuo aumento nel 2010 del numero di coloro che si rivolgono alle strutture Caritas, un aumento più consistente nel sud Italia, meno evidente nel nord-est, nei cui centri di ascolto cominciano a registrarsi timidi segnali in controtendenza. Tra i poveri continuano ad aumentare gli italiani, soprattutto nelle regioni del sud e del centro, dove gli stranieri hanno fatto addirittura registrare una lieve diminuzione.

È particolarmente importante, pertanto, l'esperienza attivata nella città di Lecce dove, a partire da un Protocollo d'intesa che vede impegnate sul tema della povertà la Caritas Diocesana di Lecce, il Comune di Lecce, la provincia di Lecce, il Dipartimento di Scienze Sociali e della Comunicazione dell'Università del Salento, l'Associazione forLIFE onlus, si è avviato per la prima volta un lavoro di sistematizzazione delle informazioni raccolte nei Centri di Ascolto Caritas presenti nella città, i cui risultati saranno presentano il 16 dicembre. Prima di questa importante esperienza, la raccolta dei dati era effettuata in maniera eterogenea e grazie alla disponibilità degli volontari che fino a quel momento avevano predisposto degli archivi cartacei, organizzati in maniera autonoma e quindi fortemente differenziata in relazione alle esigenze di ciascun Cda. Il lavoro di compilazione ha richiesto un notevole impegno da parte dei volontari e delle volontarie, l'operazione è stata difficile e delicata: per potere compilare adeguatamente la scheda è stato necessario effettuare nuovi colloqui, ricostruire racconti e storie, in alcuni casi molto articolate e complesse, la cui ricchezza mal si conciliava con la ristrettezza di un questionario a risposte chiuse.

I Centri di Ascolto che hanno partecipato alla ricerca sono: Salesiani, S. Antonio a Fulgenzio, S. Giovanni Battista, S. Giovanni Maria Vianney, Idria, S. Maria della Porta, S. Lazzaro, S. Pio, S. Vincenzo de' Paoli, S. Massimiliano Kolbe, Sacro Cuore, Clarisse, S. Rosa, Mater Ecclesiae, Centro Diocesano, S. Sabino, S. Guido, Migrantes. Sono state raccolte 1718 schede: 1074 si riferiscono a persone straniere, 790 provengono dal Centro Migrantes, che accoglie sostanzialmente solo persone straniere (le schede provenienti dal centro relative a persone italiani sono solo 3, mentre in 13 schede questo dato è mancante), e 300 vengono dagli altri Cda. Rispetto ai dati nazionali, la situazione di Lecce si caratterizza per una presenza più consistente di italiani, sono donne e uomini in età lavorativa, con famiglia, non solo disoccupati ma anche lavoratori con un reddito molto basso che non consente di far fronte alle necessità della famiglia. Sono frequentemente persone relativamente giovani, nel pieno della fase attiva della vita, magari anche con un curriculum di studi alle spalle e nessuna prospettiva, nessuna sicurezza per l'oggi e nemmeno per il domani ma sono anche anziani, la cui pensione non consente una vita dignitosa. Vivono in famiglia costituita in prevalenza dai coniugi e uno o due figli, vivono in casa in affitto ma non riescono a coprire le spese che comporta la gestione di una casa e di una famiglia, a conferma del progressivo impoverimento della popolazione e, soprattutto, dell'allargamento delle situazioni di disagio ben al di là della categoria sociale dei vulnerabili cronici.

Autore: Diego Contino

Invia commento

Commenti su questo articolo

Documenti

Link

Risorse correlate

Ultimi video della categoria

Ultime notizie della categoria

BitMeeting - Organizza le tue riunioni quaificate on-line

BitMeeting - Organizza le tue riunioni quaificate on-line

Banner AIL Salento

Banner AIL Salento

CARLA E ANNACHIARA QUARTA

CARLA E ANNACHIARA QUARTA
Torna a inizio pagina
RECAPITI E INFO

Sede amministrativa:
Via 95° Rgt. Fanteria, 70
73100 Lecce
Tel. 0832 34 40 41
Fax 0832 34 02 28 

info@sudnews.tv

Privacy Policy
Cookie Policy

SUDNEWS

Editore: ClioCom
Testata giornalistica
Reg. Tribunale di Lecce
31 Agosto 1995 n. 617

ClioCom © 2025
Clio S.r.l. Lecce
Tutti i diritti riservati