Inquinamento delle prove, questo il motivo che ha spinto la Procura di Taranto a firmare la custodia cautelare per il fratello e il nipote di Michele Misseri. I duepreparavano le risposte da fornire agli inquirenti e agli investigatori durante gli interrogatori su come avevano passato il pomeriggio del 26 agosto, subito dopo la sparizione e la morte di Sarah, la 15enne di Avetrana scomparsa il 26 agosto e ritrovata cadavere in fondo a un pozzo in contrada Mosca il 7 ottobre successivo. E' quanto emerge da una intercettazione ambientale nella quale i due, parlando tra di loro, si scrivevano e si suggerivano le risposte che poi avrebbero dato agli inquirenti. Da qui l'esigenza che ha spinto il gip Martino Rosati afirmare le ordinanze di custodia cautelare in carcere, per 30 giorni, nei confronti di Carmine Misseri e del nipote Cosimo Cosma. A rivelarlo è stato il procuratore capo della Procura della Repubblica di Taranto Franco Sebastio durante la conferenza stampa presso la caserma dei carabinieri Ugo De Carolis di Taranto.