Michele Misseri scrive e scrive, scrive tante lettere alle figlie quante non ne avesse mai scritte prima. Scrive a Sabrina, scrive a Valentina e tutte le missive hanno il sapore di voler scagionare la figlia dall'averla tirata in ballo nell'omicidio della piccola Sarah. "Io sto aspettando - scrive a Sabrina - che i giudici mi interroghino di nuovo che mi devo sfogare perché adesso sono cosciente perché prima non capivo niente". Aspetta con ansia, di essere ascoltato dai giudici a cui vuole dire, evidentemente, quello che ha già scritto nelle lettere e cioè che ha accusato Sabrina ingiustamente - "ho detto la falsa" - costretto da qualcuno da cui si sente "ricattato". Scrive anche a Valentina: "Ti faccio sapere che per due mesi non posso fare nessuna dichiarazione ne sulle lettere su altro perché i giudici me lo hanno proibito se no sono tutti reati a carico mio per le lettere che ho scritto se no mi impediscono di scrivere cara Valentina". Intanto, però, i giudici non sono ancora così sicuri di volerlo ascoltare in un incidente probatorio, anche se l'avvocato di Sabrina, Franco Coppi non tarda a dichiarare: "perplesso che ancora non sia stato ascoltato nonostante costui abbia quasi implorato di esserlo".