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Mariangela Spagnoletti super testimone nel caso Scazzi

Data: 18/10/2010 - Ora: 08:59
Categoria: Cronaca

Mariangela ha raccontato tutto aglli inquirenti e il suo racconto è diventato una pietra miliare per le indagini

Per chi si sta occupando dell'inchiesta delicatissima dell'omicidio di Saraha Scazzi, sa che le nuove rivelazioni di Michele Misseri sono importantissime, differenti dalle prime ma più convincenti per gli inquirenti perchè più attinenti a quello che potrebbe essere successo davvero quel pomeriggio del 26 agosto. Potrebbero essere solo due i "protagonisti in nero" della vicenda, padre e figlia, uno che accusa l'altro e basta. E invece così non è. A inchiodare Sabrina negli spostamenti di quel giorno, anzi di quei minutiè l'amica, meglio l'ex amica, Mariangela Spagnoletti che dalla prima ora ha fatto la ricostruzione degli accadimenti con una precisione tale che gli stessi inquirenti parlano di "testimonianza genuina e precisa" mai caduta in contraddizione. Quello che dice Mariangela non salva Sabrina, anzi, disegna un quadro indiziario più conforme all'accusa che alla difesa. La stessa Sabrina, all'indomani delle poche interviste rilasciate da Mariangela manda sms all'amica scrivendo: "Devi andare in televisione a dire che io non c'entro niente". Mariangela non lo fa. A chi le chiede com'è andata ripete che lei sa dire soltanto la verità e che la ripeterà sempre: il pomeriggio del 26 agosto è arrivata davanti a casa di Sabrina alle 14.40 e Sabrina l'aspettava per strada, molto agitata. "L'ho detto ai magistrati e non mi stancherò mai di ripeterlo". Sul cellulare di Mariangela arriva anche un epiteto poco felice: "Stronza",e ancora: "Perché stai dicendo bugie?".

Mariangela però continua a dire quello che ha visto e sempre la stessa versione: "Quello ho visto e quello racconto". I testi dei messaggi finiscono nel fascicolo dell'inchiesta e con quelli anche le parole captate dalle intercettazioni ambientali. Sabrina, intercettata, dice di suo padre quandoinscena il ritrovamento del telefonino di Sarah (il 29 settembre). "Perché ha fatto ritrovare il cellulare? Il giorno prima lo abbiamo toccato tutti quel telefono, ci sono anche le nostre impronte...". sembra abbiano annotato fra le altre cose gli uomini del Ros. Tutto questo pochi giorni fa, quando Sabrina non era ancora stata accusata da suo padre, Michele Misseri, dell'omicidio di Sarah Scazzi. Tre giorni fa la svolta. Misseri, che fino ad allora aveva giurato di aver fatto tutto da solo, rivela: "Sabrina ha trascinato mia nipote Sarah in garage e mentre lei la teneva io la strangolavo. Quando ha visto cadere Sarah Sabrina è scappata via sconvolta, allora io ho caricato Sarah sulla Marbella, l'ho portata in campagna, l'ho violentata e l'ho buttata in un pozzo".

Tutto quadra, secondo la Procura di Taranto. E nel decreto di fermo per Sabrina, Mariangela diventa la più preziosa testimone dell'accusa, esattamente il contrario di quel che avrebbe voluto Sabrina, cioè usarla per sostenere il suo alibi. Ecco un riassunto del racconto di Mariangela Spagnoletti dalle due deposizioni davanti ai carabinieri di Avetrana e al Comando provinciale dell'Arma di Taranto. "Quel giorno sono arrivata davanti a casa di Sabrina alle 14.40 circa per andare al mare con lei e Sarah. Nell'auto assieme a me c'era la mia sorellina. Appena giunta davanti all'abitazione di via Deledda ho visto Sabrina in strada ad aspettarmi. Era in uno stato di agitazione che ho trovato molto strano. Mi ha detto che aspettava Sarah, ma che lei non era arrivata e mi ha chiesto se l'avessi vista. Io ho risposto di no e lei è salita sulla mia auto e siamo andate a cercarla. Appena è salita in macchina ha provato a contattarla, non c'è riuscita e mi ha detto "l'hanno presa", "l'hanno presa"". Mariangela ricorda di essere rimasta stupefatta. Di aver pensato "ma perché dice una cosa del genere?".

Poi tutto il racconto di Mariangela, i giri per cercare Sarah e Sabrina sempre agitata. Mariangela ha raccontato tutto aglli inquirenti e il suo racconto è diventato una pietra miliare per le indagini, molto più complesse di quanto fossero dopo la confessione di Misseri.

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