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Data: 28/11/2012 - Ora: 12:15
Categoria:
Attualità
Nonostante le 30mila firme raccolte, la proposta non passa. Immediate le dichiarazioni
La questione, femminismo a parte, sembra sempre quella. C’è bisogno di istituire condizioni strumentali e logiche affinchè donne e uomini siano inseriti nella vita sociale e politica allo stesso modo? A quanto pare, dando uno sguardo alle dichiarazioni post bocciatura da parte del Consiglio Regionale della proposta di legge di iniziativa popolare sulla parità di genere, sembrerebbe di si.
Forse perché ancora il sesso femminile non è nelle condizioni esatte per dare alla donna le stesse possibilità degli uomini, forse perché, in qualche modo, la donna non riesce a spiccare o a essere scelta nelle competizioni elettorali come succede ai colleghi di sesso maschile. Qualche problema ci sarà se poi i consigli sono composti quasi interamente da uomini.
Ed ecco, visti i fatti, la a quanto pare necessaria proposta di legge che arriva dritta in Consiglio di Via Capruzzi a Bari e che annienta la prospettiva che la donna possa farcela da sola: l’obiettivo era quello di modificare la legge regionale affinchè fosse introdotta la doppia preferenza nelle liste elettorali e l’obbligo di esprimere sulla scheda elettorale un voto per una donna e uno per un uomo. Trentamila firme per proporre questa modifica. Trentamila penne, trentamila idee e trentamila convinzioni. Bocciate. Il Consiglio, su proposta di alcuni rappresentanti, ha votato segretamente e la proposta non è passata. Come non è passata la rabbia di chi aveva creduto nel progetto e che oggi, indiscrezioni a parte, non sa con chi prendersela.
Perché maggioranza e opposizione non vogliono saperne di addossarsi le colpe. Anzi, leggendo bene le dichiarazioni di alcuni dei più noti esponenti del Consiglio, tutti sembrano contrariati da quanto accaduto.
"È bastato - spiega il capogruppo consiliare del Pdl, Rocco Palese - che alcuni consiglieri chiedessero il voto segreto per far emergere la reale volontà della maggioranza di bocciare la proposta di legge. Un vero peccato e un'occasione persa per lo stesso comitato promotore, cui sarebbe bastato esprimersi in Ufficio di Presidenza a favore del percorso proposto dal nostro ordine del giorno il quale rinviava la proposta alla settima Commissione e impegnava il Consiglio ad approvarla contestualmente alla revisione complessiva della Legge elettorale regionale. Il Comitato purtroppo non ha colto questa occasione e non ha inteso esprimere il suo parere sull'ordine del giorno, rimettendosi all'aula. La bocciatura dimostra come il centrosinistra, che in quanto maggioranza avrebbe avuto tutti i numeri per garantire l'approvazione, non avesse reale intenzione di approvare le norme sulla parità di genere".
Queste le parole del Presidente della Regione Nichi Vendola sull’accaduto: "Davvero un’occasione mancata- ha detto il Presidente - La casta del maschile inibisce qualunque percorso di autoriforma; si intende che la politica debba continuare ad essere un mestiere maschile e che le istituzioni debbano avere soltanto una presenza ornamentale di donne.L’iniziativa di alcuni consiglieri del centrodestra ha consentito di mettere in campo il voto segreto e cioè il rifugio della viltà dove si è nascosta ancora una volta la politica del conformismo e della conservazione. Sono sicuro che la battaglia delle donne continuerà e che l’assedio che la libertà femminile darà al nostro consiglio regionale potrà produrre un atto di risipiscenza".
Anche la vicepresidente del Consiglio Regionale, Loredana Capone, ha commentato, direttamente su Facebook, quanto accaduto: "Chi come il centrodestra oggi ha votato contro la proposta di Legge popolare sulla parità di genere ha sciupato un'occasione storica di cambiare la politica tutta al maschile !Abbiamo sentito parole assurde : "la politica e' maschile" ha detto il consigliere Camporeale!". Inoltre, la vicepresidente Capone ha aggiunto che "Anche tre consiglieri di centro sinistra hanno concorso.Il centrodestra ha votato tutto contro la legge!!!!" Stando alle osservazioni della del presidente Vendola e della vicepresidente Capone, quindi, la colpa andrebbe all’opposizione di centrodestra, mentre Palese tiene a sottolineare che la maggioranza da sola, aveva già i numeri per approvare. La colpa rimbalza e la situazione resta ferma.
Spicca nel contesto l’intervento di Salvatore Negro, Presidente del Gruppo Udc in Consiglio Regionale."La bocciatura della proposta di legge ci rammarica – ha sottolineato il capogruppo Udc – Come Gruppo Udc abbiamo espresso sempre il volere di agevolare la partecipazione delle donne alla vita pubblica. Una partecipazione che, a nostro modo di vedere, non si può ridurre ad una semplice previsione numerica ma deve ampliare il ragionamento intorno alla possibilità di realizzare le strutture necessarie che garantiscano la partecipazione delle donne alla vita pubblica, come gli asili nido e i centri di assistenza per genitori anziani. Inoltre, come abbiamo già sottolineato in più occasioni, qualsiasi proposta sulla parità di genere deve essere armonizzata con la legge nazionale che ancora deve essere varata dal Parlamento e deve tenere conto del riordino delle Province per determinare i collegi elettorali. Da parte nostra – ha concluso il presidente Negro – riaffermiamo il nostro impegno a tenere conto della proposta sulla parità di genere nella modifica della legge elettorale regionale che è ormai in cantiere e che deve contenere anche gli strumenti utili ad eliminare tutti gli ostacoli che si frappongono alla realizzazione di una parità sostanziale tra uomini e donne".
A Lecce, intanto, spicca il commento della vicepresidente Simona Manca direttamente sulla pagina Facebook: "Proporre il voto segreto su una legge che avrebbe consentito il realizzarsi della democrazia reale in consiglio regionale o affermare che una donna non e' in grado di andare da S.Maria di Leuca a Bari, significa non solo compiere un atto di grave vigliaccheria, ma anche essere culturalmente un troglodita che ha paura di essere annientato dalla forza delle donne capaci di fare politica con la forza delle proprie idee. Adesso possiamo dire di aver toccato il fondo!"
Insomma la questione resta scottante, e ancora, inesorabilmente, aperta.
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