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Data: 15/10/2012 - Ora: 10:59
Categoria:
Cronaca
Sono fiducioso nell’operato della Magistratura.
"Le informazioni pubblicate ieri sono imprecise. C’è un’indagine su denuncia dell’ex-delegato Melica sulle nomine delle Commissioni interne, ancora in fase di votazione da parte del Senato. Non si tratta di assunzioni. Né c’è stata alcuna perquisizione negli uffici del Rettorato, la Polizia giudiziaria ha chiesto le registrazioni delle due sedute del Senato durante le quali si è discusso delle Commissioni. Registrazioni che serviranno al giudice per stabilire se ci sia stato da parte mia un abuso di potere. Anche l’accusa di minacce non è corretta perché il provvedimento parla solo di "tentato abuso di ufficio" (anche perché io non ho mai minacciato nessuno in vita mia).
Sono profondamente amareggiato da questa vicenda, perché dimostra che non ci si ferma davanti a niente pur di raggiungere i propri personali obiettivi. Ma sono altresì fiducioso nell’operato della Magistratura.
Quando sono stato eletto, come "salvatore" dell’Ateneo (per riprendere l’espressione usata oggi dall’articolista) grazie alle mie capacità manageriali, ho agito per produrre profondi cambiamenti, cercando di eliminare comportamenti non adeguati e di fondare tutta la mia gestione sui principi del merito, della trasparenza e dell’eliminazione di privilegi consolidati; principi e linee guida già preannunciati nel mio programma elettorale. Forse qualcuno ha pensato che fossero soltanto parole da campagna elettorale e che non saremmo riusciti a scardinare un sistema che oggi si ribella con forza.
C’è in atto, da mesi, un tentativo di far passare questo nostro rigore come eccesso di potere e gestione autarchica mentre, se di eccesso si deve parlare, è un eccesso di diligenza e la volontà ferrea di dare un’opportunità a tutti, indipendentemente dagli sponsor e dalle tessere sindacali.
Per mantenere fermo questo principio, ispiratore di tutta la mia attività di Rettore, ho dovuto dire dei "no", alienare amicizie che credevo sincere, passare persino per un "prevaricatore" ma, devo dire con soddisfazione, che ricevo anche moltissimi attestati di stima e solidarietà all’interno e all’esterno dell’Università per quello che stiamo facendo in un momento di grandissima difficoltà per il sistema universitario italiano.
A parte queste controversie con alcuni sindacalisti, noi continuiamo a lavorare nel segno dello sviluppo della nostra Università con la consapevolezza di agire per il bene di tutta la comunità accademica, a cominciare dai nostri studenti, ai quali abbiamo l’obbligo di fornire modelli di comportamento irreprensibili, ai colleghi e collaboratori tecnici-amministrativi. Non c’è alcuna "voragine", anzi.
Noto, invece, una grande confusione nella diffusione delle informazioni, che non tiene mai conto delle prescrizioni della recente normativa universitaria. A cominciare dal nuovo Statuto e dalla riorganizzazione delle Facoltà, previsti per legge e comuni a tutto il sistema universitario italiano, che vengono proposti come provvedimenti del Rettore, mentre sono frutto di decisioni prese collegialmente sulla base della normativa vigente. Così come si parla di assunzioni quando in realtà si tratta di scorrimenti di carriera del personale già in servizio. E anche la questione dei candidati alle Commissioni interne per le quali lo Statuto prevede che il Rettore faccia una prima scelta e poi sottoponga una rosa di nomi al Senato che sceglie. È chiaro che a questo punto subentra un problema di privacy per quelli che non sono nella terna.
Ho la sensazione che la confusione sia voluta per disorientare la gente e screditare l’operato di questa Amministrazione. Leggo illazioni su una mia presunta volontà di rimanere oltre il mandato. Tra un anno il mio incarico si conclude (e per legge non è rinnovabile) e con esso anche la presidenza della Fondazione, che è stata affidata su mia richiesta al Rettore dell’Università del Salento e non a Domenico Laforgia."
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