Doveva essere la vera novità della politica italiana e salentina. Tanto è vero che a benedire la nascita del Terzo Polo erano giunti da Roma Casini, Fini, Rutelli e Lombardo. Ma se in Parlamento la nuova formazione tiene botta e si ancora in tutti i modi alla politica di Monti – che Pd e Pdl sopportano soltanto per dovere di Patria – nel Salento le quotazioni dello schieramento sono in ribasso. Innanzitutto manca la quarta gamba del tavolo, poiché sul territorio ancora non esistono i referenti di Mpa. E poi, invece, gli altri tre partner sembrano andare per strade diverse. L'Udc si tiene aperte tutte le opzioni: il segretario parla sempre di Terzo Polo, ma le sue truppe in città si divertono a flirtare chi con il centrodestra, chi con il centrosinistra, dando l'immagine di un partito più dilaniato che unito. L'Api di Rutelli di correre da solo proprio non ne vuole sapere: e del resto il suo leader provinciale in caso di vittoria di Loredana Capone nel capoluogo, prenderebbe il suo posto in Consiglio Regionale. Il Fli di Paolo Pellegrino ha provato sempre a tenere la barra ferma al centro, tentando in ogni occasione di stoppare ogni posizione centrifuga e cercando di attivare l'Alleanza per Lecce di Paolo Pagliaro e Io Sud di Adriana Poli. I primi, però, sembrano essersi già accordati con il centrodestra ed i secondi sembrano fare più quadrato intorno alla loro leader storica che politica sul territorio. La fotografia che ad oggi appare della situazione politica leccese mostra il centrodestra e il centrosinistra più forti rispetto a prima, non troppo indeboliti dalla novità del Terzo Polo. Le polveri centriste sembrano essere bagnate e solo se si dovessero asciugare la partita potrebbe riaprirsi.