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Data: 12/12/2025 - Ora: 12:20
Categoria:
Economia
Commento del Presidente ad interim di Confindustria Puglia Potito Salatto sul Rapporto Manifattura del CSC, SVIMEZ e "L’Economia della Puglia" della Banca d’Italia
"I tre rapporti diffusi in questi giorni — il Rapporto Manifattura del Centro Studi Confindustria, il Rapporto SVIMEZ sul Mezzogiorno e l’aggiornamento congiunturale della Banca d’Italia sull’economia pugliese — ci consegnano un bilancio franco e realistico che chiama la Puglia a decisioni strategiche rapide e coraggiose."
Così il Presidente ad interim di Confindustria Puglia Potito Salatto.
«Da un lato, l’Italia mantiene una posizione manifatturiera di rilievo mondiale: siamo l’ottava manifattura del pianeta e la seconda in Europa. Questo significa che le competenze, le tecnologie e la cultura industriale rimangono un patrimonio vivo del Paese. Il CSC mostra però anche che la competizione internazionale cambia velocemente: la transizione digitale ed energetica non è più una scelta, ma una condizione di sopravvivenza. Chi non innova è destinato a uscire dal mercato.
All’interno di questo scenario, il Rapporto SVIMEZ ci ricorda che il Mezzogiorno sta dando segnali di resilienza, ma su fondamenta ancora fragili. La crescita "di rimbalzo" osservata nel Sud negli ultimi anni è stata sostenuta più da fattori contingenti — investimenti pubblici, costruzioni, servizi — che da un vero rafforzamento industriale. In assenza di una politica industriale chiara, il rischio è che questa spinta si esaurisca rapidamente, riportando il divario con il Centro-Nord ad ampliarsi.
La fotografia della Banca d’Italia sulla Puglia è in linea con questo scenario: la nostra regione cresce, ma lentamente; investe, ma non abbastanza; esporta, ma con una base industriale troppo concentrata e vulnerabile. I settori tradizionali — acciaio, meccanica di base, mezzi di trasporto — sono esposti a shock globali pesanti, e la domanda interna resta debole. Al contrario, dove emergono innovazione e qualità — agroalimentare evoluto, farmaceutica, sistemi energetici, aerospazio — la Puglia dimostra di poter competere a livello internazionale.
«È proprio qui - continua il Presidente Salatto - che si apre la sfida del prossimo decennio: non possiamo più accontentarci di "tenere" le posizioni; dobbiamo costruire un nuovo modello di sviluppo manifatturiero pugliese, più diversificato, più tecnologico, più orientato all’export e alle competenze.
Serve una Puglia che non subisce i cambiamenti, ma li anticipa. Una Puglia che investe in filiere verdi, in digitalizzazione, in nuovi materiali, in logistica efficiente. Una Puglia che non considera la manifattura come un settore del passato, ma come il motore più importante del futuro.
Per questo, rivolgo un appello forte alle istituzioni regionali e nazionali: il Mezzogiorno non ha bisogno di assistenza, ha bisogno di politica industriale. Di strumenti che sostengano chi investe, non chi attende; chi innova, non chi si ripara; chi produce valore, non chi lo consuma.
E rivolgo un appello altrettanto forte alle imprese: è il momento di alzare lo sguardo. Di partecipare alla trasformazione globale, non di aspettare che passi la tempesta. La Puglia ha tutte le carte per diventare una piattaforma industriale dinamica del Mediterraneo: capitale umano, competenze, università eccellenti, distretti industriali, laboratori di ricerca, energia, porti, collegamenti internazionali. Dobbiamo far lavorare tutto questo insieme, con più cooperazione tra imprese, più rete tra filiere, più coraggio negli investimenti. Anche per frenare l’esodo di giovani che svuota il Sud di competenze e futuro.
La nostra regione - conclude il Presidente Salatto - è a un bivio storico. Ripartire dalla manifattura non significa tornare indietro: significa costruire un nuovo futuro. La Puglia può essere protagonista, ma solo se decide di esserlo. Come Confindustria Puglia, lavoreremo perché questo accada, con determinazione e visione.»
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