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Ilva. Gli operai sfondano il blocco e occupano la direzione

Data: 27/11/2012 - Ora: 09:08
Categoria: Cronaca

Ilva

Il gruppo Riva ha disposto la chiusura dell'impianto a freddo

Si complica davvvero tutto con gli operai che non staranno a guardare. Il loro futuro forse è già segnato dopo la decisione del Gruppo Riva di chiudere gli impianti a freddo dell'Ilva di Taranto. La decisione di qualche minuto fa è che i 5000 operai del colosso hanno deciso di sfondare il blocco della serrata imposto dalla direzione e occupare gli uffici dei dirigenti.


Per il Gruppo Riva alla chiusura dell'impianto non ci sono alternative dopo il provvedimento di sequestro emesso ieri dal Gip di Taranto. Una decisione che comporterà "in modo immediato e ineluttabile l'impossibilità di commercializzare i prodotti e, per conseguenza, la cessazione di ogni attività".

E’ quanto ha scritto l’azienda in una nota diramata nel pomeriggio. Un comunicato in cui la società ha anche reso noto che "proporrà impugnazione avverso il provvedimento di sequestro e, nell’attesa della definizione del giudizio di impugnazione, ottempererà all’ordine impartito dal gip di Taranto".

La clamorosa decisione di Riva Group è arrivata dopo i 7 arresti effettuati ieri insieme al sequestro dei prodotti finiti. I primi ad avere la notizia sono stati i sindacati, a cui la società ha comunicato la chiusura immediata dell’area a freddo del siderurgico tarantino. "L’azienda ci ha appena comunicato la chiusura, pressoché immediata, di ‘tutta l’area attualmente non sottoposta a sequestro’ e ciò riguarda oltre 5000 lavoratori cui si aggiungerebbero a cascata, in pochi giorni, i lavoratori di Genova, Novi Ligure, Racconigi, Marghera e Patrica". E’ quanto detto da dal segretario Fim Cisl Marco Bentivogli.

La Procura ha infatti sequestrato ‘coils’ e lamiere prodotti nelle ultime settimane in quanto li ritiene ‘provento e profitto di attività penalmente illecita’, quella cioé derivata dagli impianti dell’area a caldo, altiforni e acciaierie, che dal 26 luglio scorso sono sotto sequestro senza facoltà d’uso con l’accusa di disastro ambientale. L’Ilva, dicono i pm, non poteva produrre dopo il sequestro e il fatto che abbia continuato a farlo è un illecito. Di qui il blocco dei prodotti derivati da quest’attività. Per l’area a freddo, causa la crisi di mercato, l’Ilva aveva già fermato alcuni impianti nei giorni scorsi come il treno lamiere e il rivestimento tubi, ai quali si è aggiunto dalla fine della scorsa settimana anche il tubificio due. Per effetto di questa fermata 700 lavoratori sono in ferie forzate in attesa che l’Ilva definisca con i sindacati metalmeccanici un accordo sulla cassa integrazione ordinaria, già chiesta per 2mila unità. Adesso, invece, dopo il sequestro la società ha deciso di fermare tutta l’area a freddo e quindi più impianti. Si calcola che circa 5mila potrebbero essere i lavoratori coinvolti in questo stop.

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