Questo portale non gestisce cookie di profilazione, ma utilizza cookie tecnici per autenticazioni, navigazione ed altre funzioni. Navigando, si accetta di ricevere cookie sul proprio dispositivo. Visualizza l'informativa estesa.


Home Page

Ilva. Aspettando il decreto della riapertura

Data: 07/12/2012 - Ora: 12:22
Categoria: Cronaca

Ilva

Oggi vertice governo- sindacati per decidere il destino di 20 mila lavoratori

Non c’è pace per la città di Taranto: la questione Ilva tiene con il fiato sospeso i lavoratori e tutti i tarantini ormai da quattro mesi, e proprio ieri, quasi fosse un ulteriore castigo divino per una città che ha già così tanti problemi, una tromba d’aria ha causato diversi danni allo stabilimento, decine di feriti e un giovane di 29 anni disperso in mare, che il forte vento di ieri avrà portato chissà dove.
Questo il quadro drammatico e agghiacciante che racconta la situazione tarantina e proprio in queste ore, mentre si fa la conta dei danni, si curano i feriti, e si cerca Francesco Zaccaria che manca all’appello dalla mattinata di ieri, a Roma si organizza un vertice governo-sindacati per decidere, ben vestiti e armati di favella, cosa fare dell’Ilva e come gestire i circa 20 mila lavoratori che perderebbero il posto di lavoro se l’azienda chiudesse i battenti. Si pensa anche a preparare un decreto d’emergenza, già denominato "salva Ilva" di cui però, di certo, non si parlerà nell’incontro del Consiglio dei ministri previsto per domani, mettendo ancora una volta la questione, pur urgenitissima, in secondo piano rispetto ad interessi a loro dire più importanti.
All’incontro parteciperanno anche i ministri dell’ambiente, dello sviluppo economico, della salute e del lavoro, tutti settori interessati dalla crisi che l’Ilva sta attraversando.
La posizione del Governo, espressa chiaramente in questi giorni da Clini, è quella di mantenere in piedi lo stabilimento applicando l’Aia, e sorvolando dunque sulle gravi accuse rivolte dalla magistratura tarantina ai vertici dell’Ilva, ignorando anche l’ultimo consistente giro di arresti che ha fatto scattare, pochi giorni fa, le manette ai polsi di sette persone, tra cui membri dell’azienda, funzionari pubblici e politici di enti pugliesi. Gli arresti sono scattati in virtù di chiare pressioni che sono emerse dalle indagini degli inquirenti, e che l’Ilva operava nei confronti delle pubbliche amministrazioni per avere provvedimenti a suo favore e ottenere autorizzazioni ambientali altrimenti impossibili.
Sembra assurdo comunque che un ministro, rappresentante della volontà e degli interessi del popolo italiano, si scagli contro una magistratura che si limita al proprio compito: punire chi non rispetta la legge. Ci si lamenta spesso della corruzione e della inadempienza dei rappresentanti della legge ai propri doveri, per poi non rispettare le decisioni di una magistratura che, prima di emettere sentenze, ha lavorato per raccogliere dati certi, senza farsi piegare da un sistema di potere locale che, considerando gli interessi per l’intera città che l’Ilva porta con se, non ha potuto che remare contro.
Strana situazione quella dell’Ilva ma, in verità, non poi così desueta in un Paese come l nostro, dove la legge non viene fatta rispettare in cambio di qualche favore, e poi bisogna correre ai ripari e gestire un’emergenza come quella di 20 mila famiglie a rischio disoccupazione. In attesa di decisioni, comunque, gli operai dell’area a caldo sono in ferie forzate già da quattro giorni, e non si preannuncia, almeno per ora, una soluzione veloce e soddisfacente che possa dare loro qualche certezza in più.
Ma a piani alti non ci si preoccupa di questo, né dei dati allarmati che, come è ormai noto, rilevano un quadro sanitario pessimo per Taranto. Non ci si preoccupa che secondo una classifica stilata la scorsa settimana dal quotidiano "la Repubblica" questa sia la città d’Italia in cui si vive peggio, si pensa, come al solito al denaro, alla concorrenza delle acciaierie che in altri Paesi europei, producendo con meno vincoli legati alle questioni ambientali, potrebbero ledere a questo settore del mercato italiano, e a come risolvere la questione, ancora una volta, ponendoci una bella toppa colorata che permetta a tutti di tornare contenti alle proprie case, convinti di aver fatto il proprio dovere, propinando però, l’ennesima bugia ai tarantini, e macchiandosi dell’ennesima mancanza di rispetto per coloro che, vivendo a Taranto, ci hanno rimesso la vita.

Autore: Federica Bicchierri

Invia commento

Commenti su questo articolo

Documenti

Link

Risorse correlate

Ultimi video della categoria

Ultime notizie della categoria

BitMeeting - Organizza le tue riunioni quaificate on-line

BitMeeting - Organizza le tue riunioni quaificate on-line

Banner AIL Salento

Banner AIL Salento

CARLA E ANNACHIARA QUARTA

CARLA E ANNACHIARA QUARTA
Torna a inizio pagina
RECAPITI E INFO

Sede amministrativa:
Via 95° Rgt. Fanteria, 70
73100 Lecce
Tel. 0832 34 40 41
Fax 0832 34 02 28 

info@sudnews.tv

Privacy Policy
Cookie Policy

SUDNEWS

Editore: ClioCom
Testata giornalistica
Reg. Tribunale di Lecce
31 Agosto 1995 n. 617

ClioCom © 2025
Clio S.r.l. Lecce
Tutti i diritti riservati