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Emigrazione. I salentini primi in Italia

Data: 22/10/2012 - Ora: 09:33
Categoria: Attualità

Pugliesi

A certificare il fenomeno uno studio italo-francese

Una curiosità, se non ci fosse anche del drammatico, emerge da uno studio italo-francese: dalla provincia di Lecce si emigra di più rispetto a tutto il Paese. Lo si immaginava che potesse essere così ma lo studio in questione ne puntualizza i contorni: quattro le macroaree individuate in base alla intensità dei flussi migratori, alcune regioni cui spesso viene associata una forte identità culturale, quali il Lazio, la Toscana e la Liguria, ma sono, in realtà, popolate da cognomi provenienti da tutt’altre zone, spesso dal meridione d’Italia. "In questi territori solo il 28 per cento degli abitanti risulta autoctono, segno del loro ruolo di passaggio, di corridoio di forti flussi migratori". Com’era prevedibile, le regioni del Sud sono quelle che nei secoli hanno conosciuto di meno il fenomeno dell’immigrazione, con gli abitanti più propensi a lasciare le province meridionali che a venirci a vivere.

Partendo dagli elenchi telefonici della popolazione italiana nel 1993, il gruppo di genetisti e antropologi ha analizzato più di 77.000 cognomi diversi, corrispondenti a circa 17 milioni e mezzo d’individui. È così riuscito, attraverso modelli matematici, l’analisi di database e delle variazioni genetiche, a ricostruire per quasi 50.000 di essi l’origine geografica, fino a individuare dove vivevano i loro antenati maschi cinque secoli fa, intorno alla metà del 1500. Quando, cioè, in seguito al Concilio di Trento, divenne obbligatorio per ogni parrocchia registrare le nascite. Incrociando poi questi dati con le statistiche relative all’attuale distribuzione della popolazione nel Belpaese, gli antropologi sono riusciti a realizzare una sorta di mappa geografica della migrazione dei cognomi che, provincia per provincia, mostra com’è mutato il rapporto tra migranti e abitanti locali nel corso degli anni. "Abbiamo scoperto che la percentuale delle persone che vivono nelle stesse aree in cui i loro cognomi iniziarono ad essere adoperati secoli fa, nel tardo Medioevo e nel Rinascimento, è estremamente variabile, con cifre che, a seconda della provincia, oscillano all’incirca dal 23 al 78 per cento", si legge nello studio. "A testimonianza del fatto che – sottolineano gli esperti – le identità regionali raramente corrispondono a quelle autoctone".

Autore: Maria Nocera

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