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Dalle cave ai monumenti, il lapideo è la miniera della Puglia

Data: 27/06/2012 - Ora: 09:50
Categoria: Economia

Incontro a Cursi sulle cave

Rapporto dettagliato sulla situazione, criticità e soluzioni proposte della Cgil sul comparto delle cave in Puglia

La crisi economica mondiale che negli ultimi anni ha raggiunto i massimi storici, inevitabilmente ha travolto anche il settore delle Costruzioni. Un settore fortemente in recessione che registra un calo in termini di livelli produttivi e occupazionali (circa 300.000 mila posti dai lavoro in meno), di riduzione degli investimenti e dei consumi. Sono calate sostanzialmente le richieste di costruire, le vendite delle unità immobiliari, sono diminuiti gli investimenti in opere pubbliche, anche a causa del gravoso vincolo del patto di stabilità che ha di fatto "congelato" gli interventi degli Enti Locali. Tale situazione ha creato non poche difficoltà alle imprese edili e di tutta la filiera (cemento, calcestruzzo,lapidei,manufatti in cemento,legno arredamento) molte delle quali costrette a ricorrere a soluzioni estreme di razionalizzazione e riorganizzazione, a licenziamenti (che sono aumentati oltremodo), alla cassa integrazione, alcune addirittura sono state costrette a chiudere battenti.

Questa fase di recessione ha contribuito ad alimentare un disagio sociale, anche nel settore del lapideo, tra realtà aziendali e soprattutto lavoratori, che sono sempre i primi che pagano sulla propria pelle, in condizioni di forti difficoltà.


Noi addetti ai lavori abbiamo l'obbligo di trovare soluzioni partendo dal principio che per il settore servono urgenti risposte dalla politica, nuovi investimenti, ma anche un nuovo modello di sviluppo orientato sulla sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Bisogna guardare al territorio garantendo contestualmente la salvaguardia ambientale e la ripresa economica, sapendo che solo attraverso dei progetti condivisi, che tengano assieme questi due aspetti, si possono trovare soluzioni mirate alla valorizzazione del settore.
Forse fino ad oggi non è stato facile conciliare questi temi, tranne qualche vano tentativo di approccio al problema con dichiarazioni d'intenti contenute in accordi e protocolli, che però non hanno mai portato a niente di concreto. Non possiamo dunque più rimandare il problema, serve condividere piani e strategie anche con le popolazioni. Occorre recuperare un rapporto con il territorio circostante che ponga maggior attenzione all'individuazione delle aree a rischio ambientale e all'elaborazione di valutazioni, strategie e programmazione delle attività estrattive.
Ecco perché dobbiamo , tutti quanti, ognuno per le proprie competenze, agire con responsabilità , con il dialogo e la concertazione per garantire e tutelare gli interessi del territorio, delle imprese e del lavoro.


LA REALTA' PUGLIESE
Anche le realtà produttive pugliesi, quindi, devono sviluppare azioni di politica territoriale e distrettuale che rendano questo settore competitivo. Il settore estrattivo, pur rappresentando per la nostra regione una delle attività più importanti per lo sviluppo economico, è stato, per troppi anni, di totale disinteresse. Un po' una contraddizione se si pensa che le cave rappresentano giacimenti di materiale naturale imprescindibili per l'industria edile (produzione di cemento, calce, ecc.). La "coltivazione" di questi materiali ha sempre condizionato buona parte dell'economia pugliese; i materiali estratti in Puglia hanno sempre trovato vasti apprezzamenti in tutto il mondo. La coltivazione di tali materiali presenta tuttavia alcune criticità da ricercarsi nelle variazioni indotte sul paesaggio e, più in generale, nelle condizioni naturali dell'ambiente. Ma che questo sia uno dei settori produttivi più dinamici, in Puglia, lo si riscontra anche nel quadro normativo di riferimento. Negli ultimi due anni la Regione Puglia ha provato a renderlo più efficiente attraverso l'approvazione del PRAE (Piano Regionale Attività Estrattive), previsto dalla Legge Regionale n^37/85. Un Piano che si basa essenzialmente nel disciplinare la "coltivazione" delle cave nell'ambito di specifici bacini estrattivi regolamentati a loro volta da appositi piani particolareggiati. L'orientamento della Regione Puglia, nel nuovo PRAE è evidentemente quello di concedere autorizzazioni laddove non sussistono vincoli di tipo ambientale, storico-artistico, idrogeologico. In quest'ottica , il nuovo PRAE ha di fatto portato all'eliminazione dei Piani di Bacino, pur confermando l'esigenza, in aree particolarmente sensibili, della redazione di Piani Particolareggiati a cura dei Comuni interessati. Tale normativa ha aumentato i contrasti fra tutela paesaggistico ambientale e realtà produttive. La poca predisposizione a saper ripristinare le cave aperte ed abbandonate, potrebbe inoltre rappresentare una delle cause principali dello scempio paesaggistico ambientale. A maggior ragione è indispensabile, per chi concede le autorizzazioni, conoscere capillarmente il territorio e le sue peculiarità. A tale scopo è stato realizzato il Catasto Cave che contiene tutte le indicazioni riguardanti ogni singola cava e il materiale estratto.

Autore: fonte Cgil Cursi

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