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Contratto nelle costruzioni, Cgil: inaccettabile la posizione di chiusura delle imprese

Data: 27/01/2012 - Ora: 12:36
Categoria: Economia

Contratto nelle costruzioni, Cgil: inaccettabile la posizione di...

Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil ad Ance Lecce: "Il nostro tempo è scaduto!", incontro 27 gennaio sede Cassa Edile (via F. Scarpa,4) Lecce

In un momento di difficoltà senza precedenti, in cui il settore delle costruzioni è stato fra quelli che più di ogni altro ha pagato un amaro prezzo in termini occupazionali, sociali ed economici, c'è chi si prende il lusso di non governare le dinamiche del settore per chiudere le porte alle legittime e sacrosante richieste dei lavoratori. È quello che accade nella provincia di Lecce, ai danni di quasi 12mila lavoratori del settore delle costruzioni. L'Ance, l'associazione di rappresentanza degli imprenditori edili industriali di questo territorio, di fatto rallenta la trattativa sul rinnovo del Contratto Integrativo Provinciale dimostrandosi indisponibile e sfuggente alle proprie responsabilità di parte contrattuale e mettendo in crisi le regole stabilite nel Contratto collettivo azionale del Lavoro di categoria.

Questo rinnovo costituisce un appuntamento importantissimo su cui il nostro territorio è gravemente in ritardo: il contratto nazionale di categoria, nel quale erano esplicitati tempi e modi di attuazione della contrattazione di secondo livello, è stato sottoscritto ormai il 19 aprile 2010. Le scadenze che vi erano previste (Art. 38 CCNL in edilizia) sono già superate da un pezzo: luglio 2011 per l'adeguamento dell'Elemento Variabile della Retribuzione (EVR), gennaio 2011 per l'aggiornamento di tutte le altre indennità. I lavoratori non chiedono la luna (si tratta di poche decine di euro al mese che, però, per un lavoratore significano tanto), né questo rinnovo investirebbe chi i soldi non li ha perché riguarderebbe solo le aziende in salute. Ma tant'è: sembra che la crisi economica globale sia diventata una scusa per negare ai lavoratori anche i diritti più basilari.

Il peso in busta paga: un lieve aumento che potrebbe significare tanto per le famiglie Ipotesi di simulazione EVR (elemento variabile della retribuzione) con l'aggiornamento previsto dal contratto integrativo provinciale: Percentuale massima: + 6% Valore mensile: 42,56 euro Percentuale: +5% Valore mensile: 35,47 euro Percentuale: +4% Valore mensile: 28,37 euro Si tratta di cifre irrisorie per un imprenditore, ma che, in un momento in cui il peso fiscale sui cittadini continua ad aumentare, incoraggiando solo la fase recessiva nel Paese, possono rappresentare un piccolo sollievo per quasi 12mila famiglie nel territorio, rappresentando un aumento complessivo nel reddito che oscillerebbe tra 510,72 e 340,44 euro all'anno in più nelle buste paga di questi lavoratori. A questo andrebbero anche aggiunti gli adeguamenti delle indennità, in particolare: l'indennità di mensa e l'indennità chilometrica per lavori fuori zona e per trasferta.

Valori assolutamente non trascurabili, visti gli aumenti considerevoli dei costi sui consumi di carburanti e generi alimentari.

Numero di lavoratori e di aziende coinvolti: Nella provincia di Lecce sono 11.529 i lavoratori del settore edile interessati dal rinnovo del Contratto integrativo provinciale, di cui: 9.316 i lavoratori censiti in Cassa Edile, 2.213 i lavoratori censiti da Edilcassa. Le aziende della provincia che dovrebbero adempiere a questo aggiornamento, una volta conclusa la trattava con Ance sono: 2.772, di cui: 2.126 censite in Cassa Edile, 646 registrate in Edilcassa.

Un territorio fermo: il contratto integrativo può contribuire a farlo ripartire Dopo diversi incontri e ormai oltre sette mesi dalla presentazione delle richieste per il rinnovo del contratto integrativo provinciale, le distanze con la controparte sono notevoli. Inutile sottolineare che a nulla sono valse le sollecitazioni inviate ai vertici dell'Ance dai sindacati di categoria Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil. Né tantomeno hanno sortito alcun effetto le proteste dei lavoratori che, lo scorso 15 giugno, chiedevano risposte con un sit-in davanti alla sede di Confindustria Lecce.

L'assenza totale di volontà da parte di Ance di dialogare seriamente su questo fronte sta di fatto inficiando tutto il lavoro di collaborazione che sindacati e imprese avevano avviato in questi anni per migliorare il settore dal punto di vista della qualità del lavoro, della sicurezza, della regolarità nelle gare d'appalto pubbliche, della lotta al lavoro nero. Così come non si riesce più a portare avanti insieme battaglie fondamentali per rilanciare l'economia del territorio, come quelle per la cantierizzazione di opere pubbliche ormai finanziate. Come si esce dalla crisi? Ci sono più strade possibili. Una è quella fatta di meno regole, meno legalità, meno sicurezza, lungo la quale i lavoratori perdono diritti, tutele, stabilità. E a noi questa strada non piace.

L'altra è quella della contrattazione e del rinnovo dei contratti. Il settore delle costruzioni ha una funzione strategica nel tessuto economico-sociale del territorio e il rinnovo dell'integrativo provinciale può favorire il rilancio non solo del settore stesso, ma anche di tutti i settori correlati mediante un piano di sviluppo concreto mirato alla creazione di nuove infrastrutture e alla salvaguardia di quelle esistenti. Lo stallo generalizzato e l'indisponibilità fino a ora dimostrata a trattare la nuova formulazione del salario di produttività territoriale (EVR) che si registra nei tavoli non sono più accettabili. Per questo, Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil della provincia di Lecce annunciano sin da ora che, se Ance continuerà con questo atteggiamento di chiusura, saranno assunte tutte le decisioni più opportune per dare voce alle istanze dei lavoratori. Anche il nostro tempo è scaduto!

Autore: Maria Nocera, fonte Cgil Lecce

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