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Data: 28/05/2012 - Ora: 10:34
Categoria:
Cronaca
L'impotenza di tutti di fronte a gesti estremi
Un altro suicidio, un piccolo artigiano si è tolta la vita nel brindisino. E nello sconforto più totale, qualche voce si leva: "Ora più che mai, - dice Antonio Ignone
Presidente Provinciale Confartigianato Brindisi - siamo sconfortati in quanto non avremmo mai voluto che anche nella nostra Provincia si arrivasse a dover dare una ennesima e triste notizia del gesto disperato di un piccolo imprenditore che ci lascia perché colpito ed investito da questa assurda crisi.
Purtroppo ci troviamo di fronte ad un gesto disperato di un uomo che si è lasciato andare alla disperazione e non ha trovato altra soluzione se non quella di fare un gesto definitivo.
Anche noi, nel nostro piccolo ci sentiamo un po' responsabili, forse perché avremmo dovuto con ancor più forza e coraggio gridare e farci sentire quando dicevamo che anche nella nostra Provincia esistono situazioni drammatiche che coinvolgono i nostri artigiani e oggi ancor di più avvertiamo l'esigenza di ribadirlo affinché tutti si sentano coinvolti e responsabilizzati.
Da sempre, in questi ultimi due anni, affermiamo che i nostri piccoli imprenditori sono terribilmente condizionati da politiche di sviluppo inesistenti, dalla conseguente forte disoccupazione e dal continuo e inesorabile aumento di tasse ed imposte per non parlare della burocrazia infinita che sono costretti a subire per ogni cosa a fare.
Le difficoltà e le esperienze negative in cui vivono e si ritrovano oggi gli imprenditori sono molteplici e spesso diventano un labirinto interminabile di procedure da dove diventa difficile uscirne.
Sono frutto di tristi procedure di sfratti, rientri, pignoramenti, mancati incassi, versamenti di tributi e contributi e poi more, multe, contenziosi e tanto ancora.
Il sistema di riscossione che nel suo metodo fa si che un esiguo debito diventi nella sua temporanea impagabilità un cifra ingiustificatamente moltiplicata.
Per non parlare delle procedure che intervengono sui beni personali, le ganasce fiscali sui mezzi da lavoro, bloccando conti correnti molte volte costituiti solo dagli affidamenti bancari.
Quasi sempre, queste procedure attivano feroci e devastanti reazioni delle banche, chiudendo la porta del credito e impedendo di fatto, di poter svolgere il già martoriato lavoro, onorare i debiti e garantire il sostentamento minimo alle famiglie che porta automaticamente ad uno sconforto totale.
Le micro imprese, come ben tutti sanno, sono circa il 90% del totale produttivo nazionale, costituendo anche un patrimonio di posti di lavoro immenso.
Le micro imprese dovrebbero essere e noi diciamo sono, una risorsa per questo paese ed andrebbero tutelate e sostenute in particolare in questi periodi di profonda crisi.
Siamo convinti che le piccole imprese non vogliono favori ne tanto meno elemosine, sanno che devono onorare i propri debiti ma che siano il giusto.
Da parte nostra, chiederemo subito alla presidenza della Camera di Commercio di Brindisi un incontro urgente finalizzato alla individuazione di iniziative comuni da intraprendere per affrontare tutti insieme questa grave emergenza. Anche se siamo convinti che la maggior azione di tutela della microimpresa debba venire dal Governo centrale con un intervento diretto e deciso in primis sul sistema bancario e sulle difficoltà dell'accesso al credito".
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