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Centrosinistra e appalti, blitz dei pm a Bari

Data: 31/07/2009 - Ora: 10:23
Categoria: Cronaca

Perquisite le sedi del Pd e di altri 4 partiti: ipotesi di gare pilotate nella sanità

Forniture di protesi, appalti e servizi sanitari in cam­bio di voti e soldi da destinare ai partiti. Ma ora nell'inchiesta di Bari si segue anche la pista di denaro della mafia che sareb­be finito tra i finanziamenti del­la campagna elettorale del cen­trosinistra. Il pm antimafia De­sirée Digeronimo ipotizza il rea­to di voto di scambio: alcuni de­gli indagati avrebbero promes­so favori in cambio dei voti. Una pista, quest'ultima ancora tutta da verificare, ma che si av­vale delle collaborazioni di un pentito del clan Striscuglio, il principale della mafia barese, Giacomo Valentino. Ritenuto attendibile dagli investigatori per altre informazioni fornite negli ultimi mesi su alcuni casi di lupara bianca, il collaborato­re di giustizia avrebbe parlato al pm Digeronimo dei contatti con un consigliere regionale di centrosinistra.

Un provvedimento che ha interessatoieri mattina le sedi di cinque formazioni politiche: Pd, Prc, Socialisti autonomisti, Lista Emiliano e Sinistra e Libertà. Gli accertamenti riguardano l'ipotesi di illecito finanziamento pubblico ai partiti in riferimento al periodo compreso dal 2005 ad oggi, comprese le ultime elezioni al Comune di Bari.

Quello nelle sedi dei partiti non è stato l'unico blitz della giornata a Bari. Sempre ieri mattina, infatti, altre perquisizioni e sequestri si sono registrati nell'unità operativa di neurochirurgia del Policlinico di Bari, diretta dal professor Pasqualino Ciappetta, docente ordinario di neurochirurgia.

Un altro filone d'indagine curato dal pm Giuseppe Scelsi, lo stesso che da tempo indaga sul presunto giro di tangenti organizzato dall'imprenditore barese Gianpaolo Tarantini in campo sanitario e sulle giovani donne che il trentacinquenne barese avrebbe pagato e inviato alle feste organizzate dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a Palazzo Grazioli e Villa Certosa per conquistare l'amicizia del Cavaliere.

Secondo le ipotesi al vaglio della magistratura, Ciappetta avrebbe indotto alcuni suoi giovani collaboratori, che hanno col tempo occupato i posti chiave del reparto, a forzare diagnosi e a prescrivere protesi al fine di far acquistare dalle società di Gianpaolo Tarantini "stabilizzatori della colonna vertebrale", il cui prezzo è compreso tra i 18mila e i 30mila euro.

Stando alle denunce, i medici che non rispettavano la linea impartita da Ciappetta venivano emarginati. La Guardia di finanza ha sequestrato numerose cartelle cliniche, computer e compiuto verifiche su un microscopio apparentemente non censito nel reparto che Tarantini avrebbe ceduto alla struttura.

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