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Data: 14/02/2013 - Ora: 17:13
Categoria:
Cronaca
La Corte Costituzionale giudica inammissibili i ricorsi presentati dalla Procura della Repubblica di Taranto che si prepara a chiedere la messa in vendita dell’acciaio sequestrato
Nella giornata di ieri, abbiamo appreso che la Consulta ha respinto i ricorsi presentai lo scorso mese dalla Procura della Repubblica di Taranto, in seguito all’emanazione del decreto "salva-Ilva" ad opera del ministro dell’ambiente Clini, e della sua successiva trasformazione in legge vera e propria. I membri della Corte Costituzionale, dunque, hanno ritenuto non valide le accuse di presunto conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato scatenati dai due eventi prima citati.
Tale scelta deriva da due motivazioni ben precise: l’inammissibilità di un conflitto d’attribuzione relativo ad una legge, quando sussista la possibilità di sollevare eccezione di legittimità costituzionale su una norma e l’esistenza, in questo caso specifico, di tale possibilità.
Allo stato attuale, dunque, la legge nata dal decreto "salva-Ilva" è l’unica in grado di veicolare decisioni e comportamenti da assumere per gestire tale faccenda.
Si attende, inoltre, il responso dell’esecutivo europeo in merito al piano d’azione per la siderurgia, presentato qualche giorno fa a Bruxelles dal vicepresidente della commissione UE Antonio Tajani.
È importante riuscire ad ottenere il giusto sostegno finanziario dalla Banca Europea degli investimenti; ciò consentirebbe di poter adattare le strutture dello stabilimento Ilva di Taranto, ed apportare le modifiche necessarie a renderlo ecocompatibile, o almeno, il meno nocivo possibile per l’ambiente circostante e la gente che lo abita.
È notizia delle ultime ore, inoltre, la decisione della Procura della Repubblica di Taranto, capeggiata dal dott. Sebastio, di presentare formale richiesta al gip Patrizia Todisco, per ricevere l’autorizzazione a vendere l’acciaio giacente sulle banchine, poiché sequestrato, in quanto potrebbe deteriorarsi e dunque rappresentare un pericolo.
Si è giunti a tale conclusione attraverso la relazione dei custodi giudiziari che operano all’interno dello stabilimento, e che pare si interesseranno direttamente della vendita il cui ricavato, per ovvie ragioni, sarà posto sotto sequestro.
Si attendono, dunque, ulteriori sviluppi.
Autore: Federica Bicchierri
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