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Data: 25/05/2012 - Ora: 10:37
Categoria:
Economia
La maggiore flessione colpisce le costruzioni: -1,61%
Calano i prestiti alle imprese salentine. A rilevarlo è l'«Osservatorio economico - Faro sul credito» di Confartigianato Imprese Lecce che ha analizzato i dati della Banca d'Italia per monitorare l'andamento dei finanziamenti erogati alle aziende della provincia di Lecce.
In particolare, nel mese di febbraio, la dinamica del credito è diminuita dello 0,51 per cento rispetto al mese precedente: da quattro miliardi e 16 milioni di euro concessi a gennaio si passa a tre miliardi e 996 milioni. La variazione negativa è di venti milioni.
Guardando ai settori, il comparto dei servizi è sceso dello 0,23 per cento (da due miliardi e 95 milioni a due miliardi e 90 milioni) e il manifatturiero dello 0,05 per cento (da 876 milioni a 875). La maggiore flessione colpisce il settore delle costruzioni: meno 1,61 per cento (da 856 milioni a 843).
La «fetta» più cospicua dei finanziamenti (due miliardi e 748 milioni) è andata alle imprese con più di venti addetti, che registrano, però, una contrazione dello 0,78 per cento rispetto al mese precedente.
Mentre la restante parte dei prestiti (un miliardo e 247 milioni) va a quelle più piccole, sostanzialmente stabile rispetto a gennaio.
Confrontando questi valori su base annua, i finanziamenti sono in aumento, ad eccezione del comparto delle costruzioni (-1,47 per cento). Gli impieghi a febbraio 2011 ammontavano a tre miliardi e 907 milioni.
Si tratta di prestiti cosiddetti «vivi», cioè finanziamenti al netto delle sofferenze e delle operazioni di pronto contro termine.
«Questi numeri - spiega Mario Vadrucci, segretario generale di Confartigianato Imprese Lecce - dimostrano, ancora una volta, le grosse difficoltà nell'accesso al credito. Negli ultimi mesi - sottolinea - si è accentuato il fenomeno del "credit crunch" (stretta creditizia). Per giunta, l'incremento dei tassi sul mercato dei titoli di stato ha contagiato il mercato del credito al sistema produttivo: a febbraio il tasso medio del 3,80 per cento pagato dalle imprese sui nuovi finanziamenti è il più alto tra quelli dei maggiori paesi dell'Area euro».
Tra l'Italia e la Germania (il Paese col tasso più basso) si registrava
un differenziale di 95 punti base.
«Gli interessi pagati dalle imprese - precisa - sono sempre più sganciati dall'Euribor». La crisi del 2008, infatti, ha innalzato il divario fra i tassi di interesse bancari e l'Euribor a tre mesi che ha oscillato attorno al punto e mezzo percentuale per oltre due anni.
A gennaio scorso, è cresciuto, poi, l'indice che misura i criteri applicati dalle banche italiane per l'approvazione di prestiti e l'apertura di linee di credito a favore delle piccole e medie imprese, restringendo, ancora di più, le condizioni di accesso al credito.
Autore: Maria Nocera
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