E' durato 45 minuti l'interrogatorio di garanzia di Andrea Morrone, consulente informatico e collaboratore del Corriere del Mezzogiorno, arrestato due giorni fa con l'accusa di aver trafugato dai computer della Procura i verbali di Gianpaolo Tarantini, poi pubblicati dal Corriere della Sera il 9 settembre 2009. Nell'interrogatorio di garanzia davanti al gip Sergio Di Paola, svoltosi alla presenza dei pm Giuseppe Dentamaro e Teresa Iodice e dei suoi difensori Andrea Di Comite e Michele Laforgia, Andrea Morrone si è dichiarato innocente e ha spiegato anche il perché: ha detto di non aver effettuato alcun accesso abusivo al computer di Scelsi nel quale erano conservati i verbali per cinque motivi tecnici che ha illustrato.

Tra questi il fatto di non avere più alcuna password che gli consentisse l'accesso e, altrettanto importante, il fatto che il pc dal quale avrebbe operato non era in alcun modo collegato in rete con quelli della procura. Quanto alla cella telefonica che secondo la procura lo colloca nel Palazzo di Giustizia quel 4 agosto 2009, il giorno in cui è ipotizzato l'accesso abusivo, Morrone ha spiegato di non ricordare dove fosse quel giorno, ma ha aggiunto che i suoi genitori abitano poco distant, proprio nella via in cui la cella viene intercettata. Sul suo rapporto di collaborazione con il Corriere del Mezzogiorno ha ribadito di non avere alcun contratto dal febbraio 2010 ma solo un rapporto di collaborazione per il quale percepisce un rimborso a pezzo.