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Data: 07/11/2012 - Ora: 16:16
Categoria:
Attualità
Storia comune a molti giovani che cercano lavoro: l’annuncio che non rispecchia la realtà
Infondo, in questa storia ci si potranno riconoscere in molti.
A Lecce, la speranza di trovare un lavoro cessa nel momento in cui lo si cerca. E a rimetterci più di tutti, non è solo chi lo cerca, ma la figura che di questi tempi sembra essere celata sotto gli annunci di lavoro: il Commerciale, o Account, se si vuole rendere la questione più appetibile.
Bene, il Commerciale è il mestiere di chi vende il prodotto o un servizio. Per farlo, bisogna essere brillanti, svegli ed estremamente portati. Come per tutto il resto dei lavori. Magari anche laureati in qualcosa di attinente.
A Lecce non importa se chi legge l’annuncio e si presenta al colloquio è laureato in Ingegneria, in Pittura o in Sociologia. Siamo tutti un po’ commerciali. Sembra questa la formula del successo. Peccato che qualcosa non torni. Casi e casi, annunci su annunci e telefonate su telefonate hanno portato ad un’interessante verità. Il commerciale è una figura cercata sì, ma l’annuncio chiede tutt’altro. Eccone un esempio simile a tanti altri:"Importante azienda cerca personale da inserire in amministrazione, gestione clienti e magazzino". In realtà le tre figure sono rinchiuse in una: quella del venditore. E’ un dato di fatto.
La questione funziona così. Si chiama, il colloquio è miracolosamente fissato al giorno dopo. Bella cravatta, bella presenza, bella dialettica. Il giorno dopo, il primo giorno di prova. Ma chi cerca lavoro nell’epoca dei cani che abbaiano per la crisi e per le ingiustizie, conosce bene i suoi polli e chiede. Sceglie di mettere le carte in tavola e di dichiararsi fin da subito poco propenso al lavoro da commerciale. Nessuno vuole perdere tempo. O togliere posto a chi lo sa fare davvero.
L’azienda a quel punto dà la sua parola: "Noi cerchiamo qualcuno che lavori in amministrazione". E uno finisce per crederci.
Poco più di dodici ore dopo l’appuntamento è alle 8.30. Con le tasche cariche di speranze e di spicci, il malcapitato si presenta in ufficio dove automaticamente, viene inserito in un gruppo che si muoverà se gli va bene per la città, se male, per la Provincia. La parola data il giorno prima è già sfumata. E’ il lavoro che non si voleva: colui che vende il prodotto E l’annuncio era falso, celava la sua vera natura.
Tempo perso, speranze irrisolte, si ricomincia. O almeno fino a quando non ci si imbatte in un nuovo annuncio poco chiaro.
E allora cosa resta delle due lauree, del master e dei voti brillanti? Forse la consapevolezza di non essere stati presi in giro. Ma in tasca, solo spiccioli.
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