Invece di parlare di altri fatti, il pentito Dario Toma racconta altro, e molto più scottante. Parla di voti e di relazioni con i politici che avrebbero assoldato i malavitosi della Scu per vincere le regionali del 2000. Racconta il collaboratore di giustizia un tempo braccio destro del boss De Tommasi, racconta e ricostruisce le attività del clan di Campi, poi, all'improvviso fa i nomi. In videoconferenza, in un'udienza del processo a carico di Vito Ancora, presunta mente commerciale del gruppo criminale, parla dei rapporti della malavita con il mondo commerciale e politico del Salento. Poche parole, poche frasi, che da un'aula del Tribunale di Lecce rimbalzano con il peso dei sospetti e la forza delle accuse negli ambienti politici di Forza Italia a Lecce. Dario Toma, che con la giustizia ha scelto di collaborare nel luglio scorso alcuni mesi dopo l'arresto, fa nome e cognome di chi lui, forte della sua capacità di intimidazione in alcuni paesi a nord del capoluogo salentino, avrebbe aiutato. Francesca Conte, innanzi tutto, consigliere comunale a Lecce di Forza Italia, ma soprattutto nota ed affermata penalista. Con lei il presunto boss della Sacra Corona Unita e oggi pentito avrebbe parlato durante una pausa del consiglio comunale a Palazzo Carafa. Francesca Conte avrebbe chiesto a Dario Toma di intercettare e raccogliere a Campi e a Squinzano voti a favore di Errica Errico candidata per Forza Italia al consiglio regionale nelle elezioni del 2000. "Se la candidata arriverà in consiglio regionale, è come se ci fossi io", avrebbe assicurato Francesca Conte al collaboratore di giustizia. A confermare le rivelazioni di Dario Toma ci sarebbe anche un personaggio vicino alla malavita di Campi, che deporrà in aula nelle prossime udienze. Francesca Conte ed Errica Errico, due professioniste, due donne in politica, ma non solo. Dario Toma va oltre, e in videoconferenza, fa altri nomi. Nomi che da Lecce rimbalzano in una città simbolo per Forza Italia, Arcore, lì dove Ivano Leccisi è stato eletto onorevole. Leccese, figlio del leader della Dc Pino, cresciuto politicamente soprattutto grazie all'amore del premier Silvio Berlusconi, avrebbe contattato Dario Toma. A lui il parlamentare azzurro, componente della commissione antimafia, avrebbe chiesto di supportare la candidatura di Aldo Aloisi, in corsa per Forza Italia alla Regione. In cambio avrebbe assicurato la riammissione di una sua società tra i fornitori di un supermercato salentino. E poi ancora, Dario Toma avrebbe appoggiato la candidatura nel listino bloccato dell'Udeur di Fernando Antonucci, conoscente per motivi poco chiari di Vito Ancora mente commerciale del clan di Campi Salentina. Il collaboratore di giustizia, un tempo boss impegnato negli affari, capace di commissionare spietati omicidi ma mai, dice, di commetterli, è un abile interlocutore anche in videoconferenza, e davanti ai giudici del primo collegio penale del Tribunale di Lecce, non esita a snocciolare dati e numeri; dice: "L'80 % dei voti sarebbe andato ad Errica Errico, il 20 % invece ad Aldo Aloisi e Fernando Antonucci". Sin qui le rivelazioni e le accuse di Dario Toma, il resto è l'immagine di un terremoto che travolge il partito azzurro del capoluogo salentino e scuote i Palazzi del potere. Aldo Aloisi è il vicepresidente del consiglio regionale, Francesca Conte siede tra i banchi della maggioranza di centrodestra a Palazzo Carafa a Lecce.