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Innesti di 250 verità per salvare l'olivicoltura. Coldiretti: "Siamo sulla strada giusta"

Data: 26/09/2016 - Ora: 09:55
Categoria: Economia

convegno

"È il momento di passare dalle chiacchiere ai fatti, affidandoci agli scienziati che sono gli unici che possano aiutarci a venir fuori da questo problema epocale"

Grande partecipazione di pubblico nel convegno formativo organizzato da Coldiretti Lecce, dalla Diocesi Ugento-Maria di Leuca e dal Gal Capo S.Maria di Leuca, dal titolo, "La misericordia del Signore per ogni essere vivente. La biodiversità e gli innesti: segni di speranza", ieri pomeriggio (24 settembre), nell\'Auditorium comunale di Gagliano del Capo. "Gli innesti sono una speranza concreta per il futuro della nostra olivicoltura e la dobbiamo percorre sino in fondo con l\'aiuto della scienza", ha detto in apertura di lavori il direttore di Coldiretti Lecce, Giuseppe Brillante. Carlo Nesca, sindaco di Gagliano, ha auspicato la rapida soluzione di un problema che affligge la collettività oltre che il mondo agricolo.

Monsignor Vito Angiuli, vescovo della Diocesi Ugento-Santa Maria di Leuca, ha voluto dare il proprio messaggio di vicinanza agli olivicoltori del Salento. "Abbiamo perso troppo tempo. I problemi quanto più seri sono tanto più hanno bisogno di una convergenza – ha detto l\'alto prelato – inutile tirare la corda ciascuno nella propria direzione. L\'appello è che tutte le forze, scienziati, coltivatori, imprenditori, si mettano insieme a lavorare per il territorio". Paolo De Castro, coordinatore di S&D nella Commissione Parlamentare Agricoltura della Ue, ha ricordato l\'apprensione dell\'Ue per la fitopatologia devastante in atto nel Salento. "I controlli vanno fatti con maggiore capillarità e l\'Italia deve dimostrare di essere in grado di contenere il batterio – ha detto all\'assemblea – garanzia che non abbiamo dato sinora. Rischiamo l\'embargo su qualsiasi prodotto agricolo. Solo facendo il nostro dovere possiamo sperare nella revoca del divieto di impianto delle specie ospiti, tra cui l\'ulivo".

Si è poi passati alla parte tecnico-scientifica del convegno. \"È il momento di passare dalle chiacchiere ai fatti, affidandoci agli scienziati che sono gli unici che possano aiutarci a venir fuori da questo problema epocale\", ha detto l\'olivicoltore Giovanni Melcarne, presidente del Consorzio Dop Terra d\'Otranto. È lui tra i principali fautori del campo sperimentale, per la cui realizzazione ha messo a disposizione 12 ettari di sua proprietà ed ha finanziato gli innesti. \"Abbiamo lavorato ininterrottamente per 4 mesi assieme ai ricercatori e ai tecnici che si sono spesi volontariamente per questa iniziativa\". Sono 250 le varietà di tutta Italia utilizzate per gli innesti nel campo sperimentale presentato a Presicce, un progetto targato Coldiretti Lecce con la regia scientifica di Cnr Ipsp, Università di Bari e centro studi \"Basile Caramia\". «Le abbiamo recuperate da 15 regioni, praticamente tutte quelle olivicole, compreso il Veneto e il Friuli», ha spiegato Pierfederico La Notte, ricercatore dell’Istituto per la protezione sostenibile delle Piante del Cnr di Bari, in prima linea nella realizzazione del campo di innesti del Capo di Leuca. Una trentina di varietà utilizzate invece, sono straniere, originarie di Malta, Francia, Iran, Israele, Libano, Croazia.

La tecnica utilizzata nel campo di Presicce è quella detta «a pezza»: si crea una sorta di finestrella in cui si inserisce l’innesto. Il test iniziale per effettuare l’innesto è stato eseguito il 10 aprile scorso, per valutare se gli ulivi erano in vegetazione, e poi il primo innesto, ha spiegato il ricercatore, è stato effettuato il 24 aprile.

Tanti i vantaggi del tipo di innesti effettuati, definiti sovrainnesti. Primo tra tutti: la reversibilità dell’operazione. Qualora infatti dovesse essere trovata la cura per sconfiggere xyella fastidiosa si può effettuare una sorta di «rewind» vegetale e ripristinare la varietà iniziale dell’ulivo innestato. E poi la velocità con cui a partire dalla gemma innestata l’albero può «rifarsi la chioma», ovvero in quattro, cinque anni, ed ancora la relativa economicità dell’operazione. «Abbiamo fatto un calcolo - ha detto il ricercatore del Cnr - ed abbiamo valutato che per innestare un ettaro di uliveto, in media tre innesti su 60 piante, si spendono dalle 300 alle 400 euro». Una spesa relativamente bassa che potrebbe consentire di portarsi avanti con il lavoro, per così dire, qualora si dovessero effettivamente trovare altre varietà tolleranti, oltre al già conclamato leccino.

Un sentito ringraziamento del presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, in conclusione dei lavori, \"a Giovanni Melcarne e a Pierfederico La Notte per quello che hanno fatto per la Puglia. La portata del problema xylella è stata troppo a lungo sottovalutata - ha detto - fino a poco tempo fa chi era ad una manciata di chilometri dal problema pensava che non fosse qualcosa che lo riguardasse. Oggi invece, ho la netta sensazione che siamo su uno dei sentieri giusti\".

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