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Data: 14/09/2015 - Ora: 09:18
Categoria:
Attualità
La Voce: De Castro sbaglia. Non ci sono altri Paesi colpiti dal batterio, solo nel Salento
"Per eliminare il divieto di reimpianto siamo pronti a ricorrere alla Corte di Giustizia Europea, perché è una misura iniqua nei confronti del Salento, con nessuna efficacia nei confronti del contenimento del batterio e soprattutto unica al mondo per ciò che riguarda gli organismi da quarantena", così l'associazione La Voce dell'Ulivo.
In questo modo, per l'inerzia delle istituzioni e per colpa dell'UE il Salento è destinato alla desertificazione.
Fissati nei prossimi giorni i primi incontri con i legali che assisteranno l'associazione, in questa che la stessa definisce "la battaglia per la sopravvivenza del Salento", intesa come difesa del paesaggio, della cultura e della tradizione. Quella olivicola e olearia in modo particolare.
La Voce dell'Ulivo inoltre risponde all'On. Paolo De Castro, che giustifica il fatto che non vi sia stato il divieto di impiantare palme, nel caso dell'organismo da quarantena Punteruolo Rosso, perché era una situazione diversa rispetto al problema Xylella nel Salento e che le norme che regolano i metodi di contrasto di quest'ultima sono regolamentate, non dall'Europa, ma addirittura dalla comunità internazionale.
La Voce dell'Ulivo: "All'On. Paolo De Castro, che peraltro è Salentino, rispondiamo che proprio perché siamo a conoscenza delle norme internazionali che dettano le metodologie di contrasto degli organismi da quarantena, ribadiamo, senza paura di essere smentiti, che in nessuna di queste norme e soprattutto in nessun Paese è stato mai imposto il divieto di impianto delle piante colpite da questi organismi nocivi. Oltre agli esempi, già citati nei giorni scorsi, del Punteruolo Rosso, del Fuoco Batterico e della Sharka, dove anche per queste non è stato imposto il divieto di impianto, citiamo gli esempi di Xylella Fastidiosa che ha colpito le piante di vite in California e quelli sempre di Xylella che hanno colpito gli aranci in Brasile. Anche in questi ultimi due casi non è stato mai imposto il divieto di impianto, pur trattandosi dello stesso organismo da quarantena di quello riscontrato in Salento (solo i ceppi sono diversi) e nonostante l'obbligo degli Stati di attenersi alle identiche norme internazionali che regolamentano la quarantena".
Ancora dall'alleanza di produttori: "Chiedere la decadenza del divieto di piantare alberi di ulivo più che un dovere è un atto d'amore verso il nostro territorio, verso i nostri figli".
Infine dalla Voce dell'Ulivo: "Se la provincia di Lecce è stata dichiarata zona di insediamento, è perché la comunità scientifica ha preso atto che il batterio ormai è ineradicabile dal Salento. Quindi non avere la libertà di piantare gli ulivi significa condannare a morte il territorio"
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