L'idea di fondo era che le province venissero abolite, e invece, come nei migliori giochi di prestigio, non solo questo non è accaduto ma per eleggere il nuovo presidente ci si accapiglia. Di certo nello schieramento del centrosinistra leccese (e pugliese). Molta più tranquillità - sembra - nello schieramento opposto. A Lecce la situazione rischia di spaccare definitivamente segreteria e dissidenti in maniera irrevocabile, le autoconvocazioni di quest'ultimi sono all'ordine del giorno, proprio perchè non è riconosciuta la linea ufficiale del partito oltre che condivisa. Le regole del segretario Piconese e della sua squadra (sindaco da almeno 18 mesi e non in scadenza quindi). Un'altra autoconvocazione dei dissidenti è prevista per questa sera ad Alezio capeggiata dal sindaco Andrea Romano.

Altro scenario ma non meno ingarbugliato e strano è quello delle province di Taranto e Brindisi dove si prospetta un accordo tra Pd e Forza Italia facendo gridare allo scandalo Dario Stefàno: "Siamo dinanzi a giochi di Palazzo con l'occhio strizzato evidentemente anche alle competizioni elettorali future. È inaccettabile per chi ha vissuto la stagione del centrosinistra al governo virtuoso, della Regione e non solo. È la prova che le larghe intese non sono più considerate da pezzi della classe dirigente del centrosinistra come una soluzione emergenziale, ma il viatico per progetti di ben altra durata e di profilo diverso". Nella diatriba è intervenuto lo stesso Michele Emiliano del Pd facendo cadere l'ipotesi che l'accordo possa avvenire. Staremo a vedere.