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Data: 10/06/1999 - Ora: 12:34
Categoria:
Politica
Ieri le indagini (coordinate dal procuratore aggiunto Maurizio Laudi e dai magistrati
Giuseppe Ferrando ed Enrica Gabetta) sono approdate a Roma e a Brindisi dove
risiede il beneficiario del rene, un imprenditore edile che avrebbe versato 200
milioni. Nella Capitale i carabinieri piemontesi, hanno trascorso la loro giornata
nella seconda Clinica chirurgica del Policlinico Umberto Primo tra perquisizioni e
sequestri di cartelle cliniche che riguardano alcuni trapianti degli ultimi otto anni.
Il sospetto degli inquirenti è che ci possa essere un giro di intermediari. Una sorta
di "cupola" del traffico d'organi, un'organizzazione senza scrupoli che adesso
comincia a emergere dalle prime risultanze dell'inchiesta. E sono questi i riscontri
che i giudici stanno cercando a Roma, assieme ai militari dell' Arma.
Proprio nel Policlinico romano, il più grande ospedale d'Europa, a Di Cosmo è
stato espiantato il rene poi "donato" al costruttore brindisino per 200 milioni.
Ottanta sono andati a Di Cosmo. E il resto? Agli intermediari? A qualche medico?
Lo chiariranno le indagini. Nel mirino degli inquirenti, con i tre sanitari, anche il
costruttore.
Non era andata meglio a Di Cosmo, coinvolto in un'inchiesta per estorsione nei
confronti della Ferrero: insieme con un complice aveva chiesto due miliardi e
mezzo all'industria dolciaria minacciando di avvelenarne i prodotti e lasciando nel
deposito bagagli della stazione di Lecce, a mo' di avvertimento, una merendina e
cinque cioccolatini con del diserbante. Telefonate anonime dalle cabine della
Puglia, trattative con minacce. Poi il maxisconto: 300 milioni sarebbero bastati.
All'appuntamento a Torino, nei pressi di un'edicola davanti alla stazione di Porta
Nuova, però, viene arrestato insieme al complice, anch'egli pugliese, con la
valigetta appena impugnata. In carcere, Di Cosmo, decide di vuotare il sacco su
vicenda e "procedure" del trapianto.
Racconta della sua passione per il gioco che diventa una mania, fino a contrarre
tanti debiti da doversi vendere un pezzo del proprio corpo. Di Cosmo ripete ad
amici e conoscenti la sua disponibilità a cedere un rene pur di salvarsi dai creditori.
Si fanno avanti degli intermediari che gli propongono lo scambio con l'
imprenditore.
L'accordo avviene in Puglia, ma per l'espianto si va nel prestigioso Centro
dell'ospedale universitario della Capitale, dopo l' autorizzazione del pretore che
per legge deve appurare la qualità del consenso, libero e sereno, dei non
consanguinei, nel caso non esistano parenti donatori. E nell'ispezione di ieri i
carabinieri hanno sequestrato tutta la documentazione clinica, dalle cartelle agli
atti di formalizzazione dell'assenso, per i trapianti di reni donati ai pazienti da
persone senza vincoli di parentela.
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