Chiesto il rinvio a giudizio per 7 medici e non caso archiviato. Riceviamo e pubblichiamo la lettera del figlio delal signora Frassanito. Giuseppe Giannotta
A seguito dell'inchiesta pubblicata in data 01.04.2008 sul Nuovo Quotidiano di Puglia della provincia di Lecce è da rilevare che per 7 degli 11 medici indagati del reparto di Chirurgia dell'Ospedale "Santa Caterina Novella" di Galatina è stato chiesto il rinvio a giudizio che si terrà nel mese di Giugno e che il decreto di archiviazione è stato emesso solo nei confronti di Valletta Paolo, Montanaro Pantaleo per avvenuto decesso in data 14.01.07, Tulipano Giuseppe Salvatore e Lacava Gianluigi. I medici rimasti sotto inchiesta che ebbero in cura la paziente Frassanito Concetta, 73 anni, di Sogliano Cavour dal 6 al 12 settembre 2006 sono: Rizzo Maria Ilaria, Leone Roberto Oronzo, Quarta Alfredo, Iandoli Ruggero, Duma Valerio Paolo, De Giorni Donato e Biancorosso Antonio ognuno difeso dal proprio avvocato di fiducia. I reati contestati sono di "cooperazione del delitto colposo", "concorso di cause" ed "omicidio colposo". I fatti risalgono al 6 settembre 2006 quando la paziente Frassanito Concetta veniva ricoverata nel reparto di Chirurgia dell'Ospedale "Santa Caterina Novella" di Galatina con diagnosi di "Laparocele mesogastrio intasato" ed operata con urgenza. Nel decorso post-operatorio, nonostante i segnali fisici e gli esami clinici facessero sorgere il sospetto di una complicanza chirurgica, non veniva diagnosticata la "perforazione ileale" e di conseguenza la paziente veniva curata senza che i medici si ponessero alcun dubbio o sospetto di gravità dello stato di salute. Il 12 settembre si diagnosticava una "perforazione intestinale con ipoproteinemia e grave sepsi peritoneale" e la paziente veniva sottoposta d'urgenza al 2^ intervento chirurgico nel corso del quale avveniva un arresto cardiocircolatorio e pertanto predisposto un immediato trasporto e ricovero presso il Centro di Rianimazione e Terapia Intensiva dell'Ospedale di Casarano ove giungeva con un quadro clinico di estrema gravità con diagnosi di "grave stato di shock settico con insufficienza multiorgano con probabilità di stato di coma". Il 19 settembre, in stato di coma, subiva un 3^ intervento chirurgico nell'Ospedale di Casarano e, nonostante le gravissime condizioni cliniche, i medici riuscirono a risolvere il problema inizialmente diagnosticato nell'Ospedala di Galatina. Nonostante i corretti trattamenti diagnostico-terapeutici praticati nel corso dei 67 giorni di ricovero in sala rianimazione e terapia intensiva dai medici dell'Ospedale di Casarano che hanno permesso il recupero delle normali funzioni di tutti gli organi della paziente rimasta sempre in stato di "coma vegetativo persistente", in data 17 novembre 2006 avveniva il decesso per "insufficienza cardio-respiratoria secondaria a stato tossinfettivo a iniziale partenza peritoneale in soggetto in coma da danno cerebrale ipoglicemico-anossico" insorto nell'immediato post-operatorio di reintervento per perforazione ileale. Il Pubblico Ministero, dopo il decesso disponeva l'autopsia e conferiva l'incarico di svolgere gli accertamenti medico-legali al Dott. Roberto Vaglio e al Prof. Carmine Chiumarulo e le indagini hanno determinato, al momento, la richiesta di rinvio a giudizio per 7 medici.