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Data: 12/01/1999 - Ora: 11:06
Categoria:
Cronaca
Le foto non viaggiavano per e-mail, come nella norma del commercio di foto di
pornografia pedofila, ma si trovano in un sito. Esplicito fin dalle prime parole: "Gente,
non siete stufi di siti 'Lolita' dove dentro non c'è nulla? Non siete stufi di 'fucking' foto
giappponesi censurate? Non siete studi di cercare foto veramente hard e di trovare
solo foto soft?", scrive il creatore del sito, Sergey - server a Mosca ma indirizzo di e-mail
negli Stati Uniti. La maggior parte delle immagini che Sergey offre è a pagamento:
2.100 foto di bambine tra i 4 e i 9 anni (di cui 300 incesti), 2.300 foto di bambine tra i 9 e
i 15 anni (di cui 600 incesti), 2.700 foto di teen ager tra i 16 e i 17 anni, 650 foto di
ragazzini tra i 5 e i 14 anni in atti sessuali tra loro e con adulti, 370 foto di bambine in atti
sessuali con animali, 11.000 immagini soft di bambine tra i 5 e i 17 anni, 1.400 foto soft
di bambini tra i 5 e i 16 anni, 350 video di bambine tra i 5 e i 12 anni, 800 video di teen
ager, 2.000 racconti pedofili e incestuosi. Per accedere a questo archivio (abbiamo
tradotto letteralmente l'elenco delle foto in vendita) Sergey chiede 100 dollari per sei
mesi, da inviare con un vaglia telegrafico. Poi, in 48 ore, arriva la password.
Il sito offre però anche alcuni link. Il primo dei quali non è a pagamento e ha una lista di
400 foto e filmati gratuiti. Una volta "soddisfatti" dalle immagini, i naviganti in cerca di
pedo-pornografia hard possono "comprare" le altre foto. "In due anni di attività e
migliaia di immagini scoperte non c'era mai capitato di imbatterci in immagini così
violente e disgustose, per lo più gratuite", dichiara don Fortunato Di Noto, il parroco di
Avola che guida Telefono Arcobaleno. I suoi "hacker", spiega, sono arrivati a
individuare il sito grazie a una segnalazione anonima. "Ora stiamo valutando cosa fare",
spiega don Fortunato. Che sottolinea: "Non vogliamo criminalizzare Internet, ma le
oltre 160 denunce che abbiamo presentato nel 1998 non hanno avuto alcun effetto.
Lo dimostra il fatto che la 'lettera dei pedofili ai bambini' è ancora in rete".
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