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E' morto Antonio Blasi, un luminare nel campo delle malattie respiratorie

Data: 12/01/2004 - Ora: 10:40
Categoria: Cronaca

Aveva 91 anni ed era originario di San Pietro Vernotico

Antonio Blasi, nome importante della medicina, è morto sabato a 91 anni. Nato a San Pietro Vernotico, lascia un'eredità fatta di studi, pubblicazioni e allievi come si conviene ai grandi maestri che hanno coltivato e arricchito un sapere. Il sapere a cui il professor Blasi dedicò la sua vita era la cura delle malattie respiratorie. Un luminare. Lo definiscono così il direttore generale dell’Ausl BR/1 Bruno Causo e il direttore sanitario della stessa Ausl, Gianfranco Iannarelli. Blasi è stato anche un pioniere: a Parma fondò la Clinica pneumologica - era l'anno 1958 - che allora si chiamava Clinica tisiologica della malattie dell'apparato respiratorio, al padiglione Rasori. Di questa clinica divenne direttore, poi fondò la Scuola di specializzazione da cui uscirono tantissimi camici bianchi, pronti ad applicare i suoi insegnamenti in tante altre città d'Italia e all'estero. Essere pneumologo tra gli anni '50 e '60 voleva dire trovarsi a fronteggiare un male a quei tempi ancora da sconfiggere: la tubercolosi era molto diffusa, «o si moriva o si guariva», circondata da paure e diffidenza. Perfino chi la curava era tenuto a distanza, stringere la mano a un medico poteva essere un problema. «Blasi è stato uno dei primi a dare dignità alla pneumologia, come branca importante della medicina interna», dice Dario Olivieri, direttore dell'Unità operativa di Clinica pneumatologica dell’Università di Parma che di Blasi fu l'allievo prediletto: «Ero studente con lui a Napoli, poi lo seguii a Parma e infine, quando lui ritornò a Napoli, andai con lui e vi rimasi per quindici anni». Fino all'86, anno in cui Olivieri vinse il concorso a Parma e li prese il posto del suo maestro, ampliandone l'eredità. Antonio Blasi, vedovo, quattro figlie femmine e una nipote che lavora a Parma, in una clinica veterinaria. Un carisma, quello di Blasi, che seppe diffondersi al di fuori dei confini parmigiani, divenendo un punto di riferimento per molti pneumologi a livello internazionale. Erano anni in cui al Rasori c'era un via vai di gente che parlava altre lingue: una cosa tutt'altro che scontata, specie con gli americani che ancora si fidavano poco dell'Italia in campo medico. Lasciata Parma, il professor Blasi continuò la sua carriera luminosa diventando direttore della Clinica della malattie respiratorie dell'Università di Napoli, dove rimase fino al 1980, raccogliendo riconoscimenti dalle Società mediche e lauree honoris causa.

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