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Raid in locali pubblici nel Leccese, fermati tre affiliati della Sacra Corona Unita

Data: 13/08/2003 - Ora: 08:28
Categoria: Cronaca

Tre gli arrestati dopo gli attentati a Gallipoli

Tre pregiudicati ritenuti affiliati alla Sacra corona unita (Scu) sono stati fermati nell’ambito delle indagini sui raid messi a segno tra sabato e domenica scorsi in una decina di locali pubblici, sale gioco e bar di Acquarica del Capo, Presicce e Gallipoli. La rappresaglia - secondo l’accusa diretta contro le attività economiche della famiglia De Lorenzis - si è conclusa nel pomeriggio di domenica con il lancio di una bottiglia molotov nel ristorante 'La perla dello Jonio', nel borgo antico di Gallipoli. Al momento dell’attentato, nel locale non c’erano clienti ma si trovavano la proprietaria, il cuoco e i camerieri. Le fiamme hanno distrutto arredi e suppellettili della sala d’ingresso e hanno causato danni anche ad altri ambienti, compresa la cucina. Oltre a Lucio Cera, di 32 anni, di Taurisano (Lecce), già fermato ieri, la misura restrittiva è stata notificata a Giovanni Della Ducata, di 43 anni, e a Francesco Bianco, di 33, di Gallipoli. Secondo l’accusa, Cera è ritenuto vicino al clan mafioso degli Scarlino, mentre gli altri due fermati sono ritenuti affiliati al clan Padovano. Ai tre viene contestato il tentativo di estorsione aggravato dal vincolo associativo di tipo mafioso. Il punto sulle indagini di carabinieri e polizia, coordinate dal sostituto procuratore della Dda di Lecce, Nicola D’Amato, è stato fatto nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta nella caserma dei carabinieri di Gallipoli. Per motivi di riserbo investigativo sulla vicenda sono stati forniti pochi particolari. Gli investigatori hanno però voluto sottolineare che le vittime del raid si sono limitate a fornire una collaborazione «formale». A quanto si è saputo, sia le scorrerie nei bar e nelle sale gioco sia il conclusivo attentato incendiario, sarebbero state finalizzate a colpire i beni dei De Lorenzis. In tutti i locali presi di mira si trovavano infatti i videogiochi (distrutti a colpi di martello e di spranghe) distribuiti dalla società 'Mickey Mouse' dei De Lorenzis. L’aggressione ha avuto il suo epilogo con il lancio della bottiglia molotov contro il ristorante di Gallipoli del quale sono titolari Salvatore Greco (figlio di Rocco De Lorenzis) e sua moglie Stefania Ritrovato.

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