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Salento, uccise padre a Padova e bruciò corpo, libero

Data: 29/11/2002 - Ora: 10:00
Categoria: Cronaca

Aveva ucciso il padre, un professore universitario salentino ma residente a Padova da molti anni, pur di non confessare i suoi insuccessi negli studi. E, dopo l'omicidio, aveva dato fuoco al corpo, dopo averlo messo in una carriola. Ora Paolo, figlio di Luigi Pasimeni, condannato a 13 anni e da qualche settimana aglio arresti domiciliari, si è pentito. I giudici gli hanno permesso di tornare a studiare per frequentare i corsi di Farmacia. Una decisione che ha già provocato molte polemiche.

Il 12 febbraio 2001, venne estratto il corpo carbonizzato del docente di Chimica e Fisica all’università di Padova Luigi Pasimeni. Il giorno dopo il figlio Paolo, 23 anni, confessò di aver ucciso il padre per non dirgli di aver falsificato l’esito di alcuni esami. Dopo la condanna a 13 anni ottiene gli arresti domiciliari e ora potrà anche proseguire i corsi universitari, poichè per i giudici "studiare è un bisogno primario".
L'istanza è sta presentata dai legali di Paolo sostenendo che la frequenza obbligatoria ai corsi di Farmacia, presuppone una maggiore libertà per l'omicida del padre, il quale confessò agli inquirenti, il giorno dopo l'assassinio, di aver ucciso una persona con cui non "dialogava da anni", da sempre in contrasto con una figura ritenuta oppressiva e opprimente.
"Ho cancellato una persona con cui avrei dovuto cercare il dialogo", disse durante i primi interrogatori. Paolo Pasimeni, dopo aver più volte mentito al genitore sugli esami universitari che in realtà non aveva mai sostenuto, lo affrontò, uccidendolo e bruciandone il corpo poche ore dopo. Confessò tutto alla sorella, prima di consegnarsi alla polizia. Ora il pentimento per quel gesto, di cui non chiede il perdono ai parenti. " Perché - dice - io stesso non posso perdonarmi di ciò che ho fatto".

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