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Lecce, la cupola del contrabbando 57 arresti, anche Prudentino

Data: 10/04/2002 - Ora: 14:06
Categoria: Cronaca

Con le 57 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip del Tribunale di Lecce Enzo Taurino, è stata smantellata - secondo gli investigatori - una delle organizzazioni dedite al contrabbando di sigarette che operava ai massimi livelli non solo in Italia, ma anche all'estero, in particolare Spagna, Belgio e Inghilterra. Ad eseguire i provvedimenti sono stati i militari della Guardia di Finanza di Lecce e Brindisi in collaborazione con quelli di Taranto, Napoli, Salerno e Como.

Nell'operazione, chiamata 'Faust', sono stati impiegati 300 uomini, 60 pattuglie e 120 automezzi. Le indagini - ha precisato il comandante della Guardia di Finanza di Lecce, colonnello Giorgio Bartoletti - furono avviate nel '97 ed inizialmente riguardavano tre diversi procedimenti penali, confluiti poi in uno solo coordinato dal sostituto procuratore della Dda di Lecce, Nicola D'Amato. Complessivamente sono 292 le persone indagate, comprese le 57 per le quali sono state emesse le ordinanze di custodia cautelare in carcere. Spiccano fra gli altri i nomi dei capiclan Francesco Nardelli, di 33 anni, e Renato De Giorgi, di 34, tutti e due di Brindisi, oltre al boss di Ostuni, Francesco Prudentino, di 44 anni. Anche il superboss - che fu arrestato dallo Sco in Grecia il 22 dicembre del 2000 dopo cinque anni di latitanza - deve rispondere del reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sigarette di contrabbando. Gli anni passati sotto la lente degli inquirenti e della Guardia di Finanza di Lecce e Brindisi partono dal '97; l'inchiesta fa luce, tra l'altro, sui collegamenti tra la mafia pugliese e quella campana con i gruppi criminosi del Montenegro che fino a qualche anno fa rappresentava un vero paradiso per latitanti e contrabbandieri. Questi per sfuggire alla giustizia italiana si spostavano oltre Adriatico portandosi dietro anche gli scafi che utilizzavano per i loro traffici, mettendoli al sicuro da ogni possibile sequestro. Proprio in Montenegro Prudentino aveva stabilito il suo quartier generale durante la sua latitanza; alcuni mesi prima della cattura il boss si era trasferito in Grecia, dove fu arrestato L'importanza dell'operazione è stata sottolineata dal procuratore della Repubblica di Lecce, Rosario Colonna, che si è soffermato sulla «perfetta sinergia con cui hanno operato le forze dell'ordine». Il pm inquirente, Nicola D'Amato, ha rilevato che «in queste indagini non ci si è avvalsi della collaborazione di pentiti; si è trattato di una pura attività investigativa che si è sviluppata attraverso intercettazioni telefoniche, pedinamenti, attesa delle operazioni di sbarco sulla battigia».

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