Questo portale non gestisce cookie di profilazione, ma utilizza cookie tecnici per autenticazioni, navigazione ed altre funzioni. Navigando, si accetta di ricevere cookie sul proprio dispositivo. Visualizza l'informativa estesa.
Data: 29/03/2002 - Ora: 09:10
Categoria:
Cronaca
L'allora ministro dell'Interno Enzo Bianco mise in piedi l'operazione "Primavera" con l'impiego di poliziotti, carabinieri e finanzieri giunti da ogni parte d'Italia e destinati a controllare a tappeto migliaia di ettari di campagna, oltre a casolari abbandonati e abitazioni di elementi sospetti. Le manette scattarono ai polsi di decine di pregiudicati ed i depositi delle forze dell'ordine si riempirono di auto blindate, fuoristrada e soprattutto di tonnellate di tabacchi lavorati esteri. Una operazione coincisa anche con la definitiva scomparsa dei contrabbandieri dagli angoli delle strade. Ci pensarono le fiamme gialle a infliggere un colpo mortale ai sigarettari del Brindisino.
Ad Ostuni in questa morsa caddero anche Giovanni Ciccarone e alcuni suoi parenti, tutti inseriti stabilmente nelle organizzazioni contrabbandiere che operavano nella parte nord della provincia di Brindisi. Nella masseria di un congiunto furono sequestrate armi di vario tipo. A distanza di un anno, nell'aprile del 2001, finì in manette proprio il padre del ragazzino rapito. Il tutto, nell'ambito di una operazione anticontrabbando portata a termine nelle campagne situate tra Ostuni e Carovigno. All'epoca, Ciccarone faceva ancora riferimento, sia pure indirettamente, a ciò che rimaneva dell'imponente organizzazione dell'ex numero uno del contrabbando pugliese, Francesco Prudentino, meglio conosciuto come "Ciccio la Busta". Un arresto che ne determinò la momentanea fuoriuscita dal mondo del contrabbando e quindi anche il definitivo addio al suo ex capo. Una volta uscito dal carcere, però, Ciccarone è tornato immediatamente nel "giro". Ha allestito una "squadra" tutta sua ed ha deciso di rimanere autonomo rispetto ai clan "storici". Una posizione di privilegio che la criminalità organizzata molto spesso non tollera, se è vero che in passato molti contrabbandieri con le stesse caratteristiche sono rimasti vittime di agguati mortali.
E' questa una delle ragioni per cui al vaglio degli inquirenti figura anche l'ipotesi del gesto ritorsivo. Una vendetta che ha visto coinvolto un bambino, a conferma che il commando entrato in azione aveva intenzione di fare sul serio. In alternativa, si valuta anche la possibilità che i rapitori abbiano attentamente valutato le capacità economiche di Ciccarone e quindi abbiano deciso di svuotargli il forziere. Da qui la richiesta di un riscatto di un miliardo di lire (il dato, però, non viene confermato dagli inquirenti) formulata da uno degli otto banditi che, con il volto travisato da un passamontagna e armati fino ai denti, sono giunti sul posto a bordo di due auto e poi si sono dileguati nell'oscurità portando via il piccolo Stefano. Ma il piano non è andato in porto.
Intanto, dalle impenetrabili maglie tese dagli inquirenti emerge un altro dato che si riferisce alla assoluta necessità di raccogliere ulteriori elementi sulla geografia delle organizzazioni contrabbandiere che continuano ad operare nella provincia di Brindisi. L'unico dato certo è legato al ritorno in auge dei potenti clan camorristici napoletani che, approfittando della lunga fase di assestamento in cui si dibatte la Sacra Corona Unita, hanno ripreso il controllo di una parte dei traffici contrabbandieri ed in particolare del trasporto via terra delle sigarette verso il Nord Italia ed il Nord Europa. Una convivenza non facile, però, con le squadre contrabbandiere fasanesi, con gli "eredi" ostunesi di Francesco e di Albino Prudentino, con la potente colonia malavitosa mesagnese (in cui svolge sempre un ruolo importante il fondatore della Scu Pino Rogoli), con i tuturanesi del boss Salvatore Buccarella e con gli ex guardaspalla del più pericoloso "capo" brindisino dell'ultimo ventennio, quel Vito Di Emidio che, una volta catturato, ha confessato decine di fatti di sangue e oggi figura tra i più importanti collaboratori di giustizia d'Italia. Decine di spietati e sanguinari criminali che non hanno più una gerarchia da rispettare e che non devono più dar conto di "malazioni", come in passato poteva essere definito il rapimento di un bambino.
Del resto, i guadagni facili provenienti dalle "bionde" sono solo un semplice ricordo. Oggi un carico di sigarette va difeso sino alla morte per evitare di rimetterci centinaia di milioni di lire senza aveva la possibilità di rifarsi facilmente con altri "viaggi", così come avveniva in passato. Un fatica troppo grande per non guardare con invidia a chi, come Giovanni Ciccarone, potrebbe aver trovato la strada giusta per far soldi senza rischiare la pelle. Da qui le "attenzioni" nei suoi confronti e quindi anche il rapimento del suo bambino. Per fortuna finito presto.
Data: 29/02/2012
Mammiferi marini spiaggiati. Due casi in mattinata
Data: 03/01/2019
Cade la neve anche in Salento
Data: 01/01/2019
Bari. I senzatetto nei centri h24
Data: 19/12/2018
Crisi Gazzetta del Mezzogiorno. Messaggio del Rettore Vincenzo Zara
Sede amministrativa:
Via 95° Rgt. Fanteria, 70
73100 Lecce
Tel. 0832 34 40 41
Fax 0832 34 02 28
info@sudnews.tv
Editore: ClioCom
Testata giornalistica
Reg. Tribunale di Lecce
31 Agosto 1995 n. 617
ClioCom © 2025
Clio S.r.l. Lecce
Tutti i diritti riservati