I farisei e i pubblicani del tempo di Gesù mi hanno fatto ripensare a quando, da
ragazzi, molti anni or sono, usavamo affermare verità che, però, accavallando, dietro
le spalle, il medio sull'indice, negavamo. Avevamo cioè trovato un modo di mentire
anche a noi stessi, scegliendo un'ipocrisia palese. Con ragioni e modalità diverse dalle
nostre giovanili, anche i farisei e gli scribi negavano verità incontrovertibili,
appellandosi a regole esteriori che avevano il potere però di uccidere la verità
dell'uomo. Ed è perciò che lo scontro con Gesù, venuto a salvare proprio l'interiorità
del cuore umano, non era davvero evitabile. La missione del Signore sulla terra è
tutta rivolta a guadagnare l'uomo al Padre, approfondendo il valore del culto, le cui
regole, così come quelle di tutta la vita umana, devono modificare, convertendola, la
relazione affettiva con l'Altissimo.

Gesù libera il nostro cuore dall'asservimento ai
precetti esteriori, creati da noi, che hanno il potere di distoglierci dalla legge
dell'Amore, l'unica che riguardi la parte profonda del nostro essere. Possiamo infatti
essere "omicidi" e "adulteri" ideando semplicemente progetti, che solo talora
riusciremo a concretizzare, ma che soddisfano la nostra cupidigia, il nostro astio.
E ciò ci rende colpevoli davanti a Dio, al quale apparteniamo.
Quanti nostri silenzi fanno trionfare l'ingiustizia contro gli innocenti! Mi hanno
insegnato che l'inferno è lastricato di silenzi inopportuni, indebiti. Il Cristo è il nostro
"liberatore" nei confronti di leggi ingombranti, capaci di farci perdere l'autenticità
della relazione filiale con Dio. Egli, nostro Maestro, col Suo Vangelo, continua a
purificare il nostro spirito rendendolo così capace di vedere, fin da oggi, Dio, Suo e
nostro Padre, mentre continua ad operare nella storia degli uomini, salvandola.