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Questi 40 giorni, in preparazione alla Pasqua, sia l'accoglienza del mistero d'Amore del Signore

Data: 01/03/2023 - Ora: 10:26
Categoria: Cultura

quaresima

II Domenica di Quaresima.


Nell'età adulta, soltanto, ho compreso il valore affettivo della Quaresima, che, da
giovane ragazza, mi metteva a disagio perché era il tempo in cui "dovevo"
sopportare qualunque cosa mi pesasse, mentre dovevo invece rinunciare a quanto
mi piacesse perché me lo "imponeva" la Quaresima. Spero che, per voi, il motivo di
fondo, per cui attendete questi 40 giorni, in preparazione alla Pasqua, sia
l'accoglienza del mistero d'Amore del Signore che, per noi (me e voi compresi)
muore e risorge. È anche vero però che questo tempo forte ha, in sé, la proposta di
farci crescere come cristiani credibili e maturi per i quali la carità e la sobrietà sono
requisiti inalienabili. Gesù, Maestro di vita, prevede lo scoramento dei suoi discepoli,
per la sua morte di Croce, perciò quando se ne avvicina il tempo, conduce, con sé,
sul Tabor, Pietro, Giacomo e Giovanni, gli intimi, per far vivere loro un'esperienza
della Sua divinità, preannunciando la sua gloria pasquale. Mentre erano sul Monte,
la luce avvolge tutta la persona del Cristo, le cui vesti brillano nel loro eccezionale
candore, mentre, accanto a LUI, compaiono Mosè, che rappresenta la Legge
veterotestamentaria, e Elia, i profeti. Gesù parla, con loro, della Sua Pasqua. Gli
Apostoli, entusiasti della visione, vorrebbero prolungarla, tanto che Pietro propone
"Costruiamo per voi, tre capanne.." Ma una nube luminosa avvolge il Maestro con i
due rappresentanti del Vecchio Testamento, mentre una nube lascia nell'ombra gli
Apostoli, che, molto timorosi, odono la Voce del Padre raccomandare "Ascoltate il
mio Figlio, l'Amato". Sono ancora proni, faccia a terra, quando Gesù, rimasto da
solo, dopo la sua trasfigurazione, li tocca, li rincuora e, scendendo dal Monte,
raccomanda loro di non parlare di quella esperienza, fino alla Sua Resurrezione. Non
è bastata a Pietro, Giacomo e Giovanni la visione della "divinità" di Gesù, che lo ha
trasfigurato, per rimanere con LUI sul Calvario; solo a posteriori i tre apostoli hanno
capito il valore profetico della loro meravigliosa esperienza sul Monte Tabor.

Autore: Mariagrazia Camassa

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