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Emiliano impugna il Decreto Ambientale del Governo su Ilva ma da sinistra lo contestano

Data: 30/11/2017 - Ora: 16:37
Categoria: Politica

ilva

SI: perchè fai così con Ilva e non con Cerano?

La Regione Puglia ha impugnato nei giorni scorsi il decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 29 settembre scorso con il quale è stato modificato il Piano Ambientale dell'Ilva di Taranto. Lo comunica il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, definendo il decreto "illegittimo" perché "concede di fatto una ulteriore inaccettabile proroga al termine di realizzazione degli interventi ambientali, di cui alle prescrizioni Aia, già da tempo scadute e sinora rimaste inottemperate".

"Il decreto - prosegue Emiliano - consente all'Ilva di proseguire sino al 23 agosto 2023 l'attività siderurgica nelle stesse condizioni illegittime, e non più ambientalmente sostenibili, addirittura precedenti alla prima Aia, nonchè alle Bat (Best available techniques) per la produzione di ferro e acciaio pubblicate nel 2012". Il governatore pugliese sottolinea che «il governo, peraltro, ha totalmente ignorato le osservazioni della Regione Puglia, formalmente presentate nell'ambito del procedimento concluso con il Dpcm impugnato, senza alcuna giustificazione», in questo modo "agendo in violazione dei più elementari principi di pubblicità, trasparenza e imparzialità e in spregio al dovere di leale collaborazione istituzionale che dovrebbe ispirare il comportamento della Pubblica Amministrazione".

Intanto sul futuro dell'Ilva la variabile tempo diventa sempre più fondamentale. Da parte sua, la commissaria europea Margrethe Vestager si porta avanti annunciando la volontà di concludere in anticipo - rispetto alla scadenza legale del prossimo 23 marzo - l'esame sull'acquisizione dell'Ilva da parte di Am Investco, la cordata guidata da Arcelor Mittal e di cui fa parte Marcegaglia. "Dobbiamo essere veloci e se troveremo eventuali problematiche di concorrenza sarà il compratore a doversene occupare", ha spiegato Vestager che su questo tema e su Alitalia ha visto il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda.

Governo e commissari straordinari fanno la loro parte anticipando la copertura dei parchi minerali del sito di Taranto (l'operazione spetterebbe alla nuova proprietà che rifonderà le spese quando l'acquisizione sarà formalizzata a seguito della decisione europea). I lavori partono a gennaio e devono durare al massimo 36 mesi, ma anche in questo caso «speriamo che l'impresa ce la faccia in un tempo più ravvicinato», ha rassicurato il commissario straordinario Piero Gnudi.

Sinistra Italiana, per voce di Mino Borraccino, è però contraria alla soluzione di Emiliano anche perchè riscontra una diversa azione quando ad applicare le leggi è la Regione stessa per esempio nei confronti di Cerano. Dice Borraccino: "Come mai il Presidente Emiliano non ha applicato la Legge regionale nel caso dell’AIA alla centrale di Cerano, avendone piena competenza, mentre per l’Ilva di Taranto sale sugli scudi di una polemica con il Governo che rischia solo di produrre ancor più divisione fra ambientalisti e operai, senza offrire una soluzione? Perché il Presidente Emiliano fa la voce grossa quando la competenza nell’applicare le Norme appartiene ad altri Enti, mentre si defila quando la possibilità, se non il dovere, di applicare le Leggi è nelle sue mani?

Ribadiamo ancora una volta che, a nostro avviso, l’unica strada concreta che il Governo deve praticare per coniugare il diritto al lavoro con quello alla salute, è quella di espletare, all’interno delle procedure AIA, la Valutazione dell’Impatto e del rischio Sanitario, così come indicato nelle linee guida VIIAS, redatte dalle Agenzie nazionali di Ispra e Arpa, al fine di garantire la tutela di lavoro e salute all’interno delle procedure di Autorizzazione agli impianti a forte impatto ambientale e sanitario.Il Governo, attraverso il Decreto Balduzzi del 2013, escludeva l’applicazione delle valutazioni sanitarie nell’AIA per le aziende Siderurgiche, facendo così un regalo agli inquinatori e impedendo così di valutare l’esistenza di un rapporto equilibrato fra la presenza della produzione di acciaio e la Città di Taranto. Questo Decreto va cambiato e chiediamo al Governo di farlo. Detto questo, non capiamo la posizione ondivaga del Presidente Emiliano che, fino ad ora si è distinto per non sollevare mai questa situazione, nonostante la Legge sulla Valutazione del Danno Sanitario (L.R. n. 21 del 2012) sia uno dei capisaldi della legislazione della Puglia. Un esempio per l’Italia intera, essendo la prima Norma italiana che disciplina questa delicata materia. Ancor più incomprensibile, e anche un po’ grave, ci sembra la mancata applicazione della Legge regionale sulla Valutazione del Danno Sanitario nei confronti dell’Enel, per l’AIA della centrale elettrica di Cerano. Se è vero, infatti, che per il siderurgico la competenza regionale è stata esautorata dal Governo, è altrettanto vero che sulla centrale a carbone di Cerano (altro grande impianto impattante, al centro di polemiche e inchieste sull’inquinamento dell’area di Brindisi) la competenza della Regione Puglia c’è tutta"

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