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Amnesty International, rassegna "Conversazioni sul futuro" a Lecce

Data: 23/02/2017 - Ora: 09:48
Categoria: Cultura

amnesty

Mercoledì 1 marzo (ore 19 - ingresso libero) alle Officine Culturali Ergot di Lecce

La rassegna "Conversazioni sul futuro" ospita la presentazione del Rapporto 2016/2017 sulla situazione dei diritti umani nel mondo. Interverranno il portavoce italiano Riccardo Noury, la giornalista Tiziana Prezzo, il professore Daniele De Luca e il giornalista Gabriele De Giorgi.

In attesa del festival autunnale prosegue la rassegna Conversazioni sul futuro, promossa dall'associazione culturale Diffondere idee di valore. Mercoledì 1 marzo (ore 19 - ingresso libero) alle Officine Culturali Ergot di Lecce appuntamento con la presentazione del "Rapporto 2016-2017 di Amnesty International". Interverranno Riccardo Noury (portavoce di Amnesty International Italia), Tiziana Prezzo (giornalista e inviata di SkyTg24), Daniele De Luca (docente di Storia delle relazioni internazionali dell'Università del Salento). Modererà Gabriele De Giorgi (LeccePrima.it).

Il Rapporto documenta la situazione dei diritti umani in 160 paesi e territori durante il 2016. Per milioni di persone, il 2016 è stato un anno di continua sofferenza e paura, poiché governi e gruppi armati hanno compiuto violazioni dei diritti umani nei modi più diversi. Gran parte della città più popolosa della Siria, Aleppo, è stata ridotta in macerie dai bombardamenti aerei e dagli scontri per le strade, mentre proseguivano gli attacchi violenti e crudeli contro i civili nello Yemen. Dal peggioramento della difficile situazione dei rohingya nel Myanmar, fino alle uccisioni illegali di massa in Sud Sudan, dal brutale giro di vite sulle voci di dissenso in Turchia e Bahrein, all’aumento dei discorsi d’incitamento all’odio nella gran parte dell’Europa e degli Usa, il mondo nel 2016 è diventato un posto più cupo e più instabile.

«Da un punto di vista politico, forse il più importante dei molti eventi destabilizzanti è stata l’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Usa. Questa è avvenuta dopo una campagna dominata dalle sue frequenti dichiarazioni controverse, caratterizzate da misoginia e xenofobia, che hanno fatto temere un arretramento delle libertà civili acquisite e l’introduzione di politiche potenzialmente molto dannose per i diritti umani», si legge nell'introduzione. «La retorica al vetriolo della campagna di Donald Trump incarna una tendenza globale verso politiche sempre più arrabbiate e divisive. In tutto il mondo, leader e politici hanno scommesso il loro futuro potere su un racconto di paura e discordia, addossando agli "altri" le colpe per le lamentele, reali o create ad arte, dell’elettorato. Il suo predecessore, il presidente Barack Obama, lascia un’eredità che include molti gravi fallimenti nel tutelare i diritti umani, non ultima l’espansione della campagna segreta della Cia di attacchi con droni e lo sviluppo di un’enorme macchina per la sorveglianza di massa, come rivelato dall’informatore Edward Snowden. Ma i primi segnali che arrivano dal presidente eletto Trump suggeriscono una politica estera che indebolirà fortemente la cooperazione multilaterale e che darà inizio a una nuova era di maggiore instabilità e reciproco sospetto».

La storia del 2016 è stata anche la storia del coraggio, della resilienza, della creatività e della determinazione di persone che hanno affrontato sfide immense e minacce. In ogni regione del mondo ci sono state prove del fatto che, laddove gli apparati del potere sono utilizzati come strumenti di repressione, le persone trovano sempre modi diversi per ribellarsi e farsi sentire. «In conclusione, l’accusa che i diritti umani siano un progetto per pochi suona come una falsità. L’istinto delle persone alla libertà e alla giustizia non si esaurisce facilmente. In un anno dominato da divisione e disumanizzazione, le azioni di alcune persone per riaffermare l’umanità e la dignità fondamentale di ogni individuo hanno brillato più che mai. Questa risposta di compassione è stata incarnata dal ventiquattrenne Anas al-Basha, il così detto "clown di Aleppo", che ha scelto di rimanere nella città per portare conforto e gioia ai bambini, anche dopo che le forze governative avevano scatenato i loro terribili bombardamenti. Dopo la sua morte, avvenuta durante un attacco aereo il 29 novembre, suo fratello gli ha reso omaggio per aver reso felici i bambini "nel posto più tragico e pericoloso" del mondo», prosegue l'introduzione. «Mentre iniziamo il 2017, il mondo si sente insicuro e impaurito davanti a un futuro tanto incerto. Ma è proprio in questi momenti che abbiamo bisogno di voci coraggiose, di eroi comuni che si oppongano all’ingiustizia e alla repressione. Nessuno può sfidare il mondo intero ma ognuno di noi può cambiare il proprio mondo. Tutti possono prendere posizione contro la disumanizzazione, agendo a livello locale per riconoscere la dignità e i diritti uguali e inalienabili di tutti, gettando così le basi per la libertà e la giustizia nel mondo. Il 2017 ha bisogno di eroi ed eroine dei diritti umani».

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