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Diminuiscono le dichiarazioni e il gettito Iva in Puglia

Data: 29/06/2015 - Ora: 12:39
Categoria: Economia

Iva

Il volume d’affari dichiarato è diminuito di circa un miliardo e mezzo di euro, pari ad una flessione del 2 per cento

Diminuiscono le dichiarazioni e il gettito Iva in Puglia. E’ quanto emerge dalla terza indagine sui versamenti, realizzata dal Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia su dati del Dipartimento delle Finanze.In particolare, l’anno scorso in Puglia, sono state presentante, per via telematica, ben 337.754 dichiarazioni Iva da parte di lavoratori autonomi, ditte individuali e società pugliesi. Rappresentano il 6,4 del totale nazionale delle dichiarazioni (5.297.987). Rispetto all’anno precedente sono state 2.876 in meno, pari ad una flessione dello 0,8 per cento (nel 2013 erano 340.630).

Il volume d’affari dichiarato è diminuito di circa un miliardo e mezzo di euro, pari ad una flessione del 2 per cento: da 76,8 miliardi a 75,3. Il totale degli acquisti e, in piccola parte, delle importazioni, risultante da 304mila dichiarazioni, si ferma a 57,7 miliardi (dato medio 189mila euro), in calo del 5,9 per cento rispetto all’anno precedente (61,3 miliardi).

La somma dei versamenti periodici, degli acconti e del saldo, risultante da circa 212mila dichiarazioni, fornisce l’ammontare dei versamenti totali che hanno superato i 2,2 miliardi, con una media di 10.726 euro.
Il valore aggiunto fiscale si aggira attorno ai 17,6 miliardi e mezzo. L’Iva di competenza, intesa come saldo tra Iva a debito e Iva detraibile, segna un rialzo del 7 per cento e supera un miliardo 752 milioni. L’imposta dovuta ha raggiunto i 2,4 miliardi, in calo di 12 milioni, pari allo 0,5 per cento in meno rispetto all’anno precedente; mentre quella a credito (quando la differenza tra Iva a debito e Iva detraibile risulta negativa) si è fermata a 659,9 milioni. Il totale dell’Iva dovuta è di 528 milioni; mentre quella a credito è di un miliardo 399 milioni.

Sono stati richiesti a rimborso 127 milioni, in calo dell’11,5 per cento, rispetto all’anno precedente (144 milioni). La richiesta è pervenuta da oltre duemila contribuenti, per una media di 59mila euro.
Diminuisce il «credito utilizzato in compensazione nel modello F24» (cosiddetta compensazione orizzontale) che ammonta a 1,3 miliardi.

L’imposta sul valore aggiunto (Iva) nasce in Italia nel 1973: l’aliquota ordinaria è fissata al 12 per cento. Quattro anni dopo, nel 1977, è elevata al 14 per cento. Tre anni più tardi, nel 1980, è portata al 15 per cento e nel 1982 balza al 18 per cento. Dopo sei anni di stabilità, nel 1988, è innalzata al 19 per cento e il 1^ ottobre del 1997 si arriva al 20 per cento. Il 17 settembre 2011, dopo circa 14 anni, l’aliquota ordinaria è incrementata di un altro punto (21 per cento). Oggi si attesta al 22 per cento.

«Il monitoraggio effettuato dal nostro Centro Studi regionale – commenta Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – evidenzia una cospicua flessione tanto del numero delle dichiarazioni IVA quanto del relativo volume d’affari. Si tratta di un segnale da non sottovalutare, rappresentativo di quanto il tessuto produttivo pugliese abbia subito la crisi in maniera drammatica e trasversale. Pesa, in particolare, la mancata ripresa del mercato interno, essenziale per garantire alle nostre imprese un adeguato livello di entrate.
D’altro canto – spiega il presidente – il clima economico è ancora profondamente incerto e ciò si ripercuote in maniera diretta sulla propensione alla spesa dei cittadini, ben lontana dai livelli di qualche anno fa.
È vero: alcune circostanze favorevoli quali il prezzo dei carburanti ed i tassi di cambio hanno consentito di controbilanciare questo deficit grazie a buone performance sul fronte delle esportazioni. È però altrettanto vero – conclude Sgherza – che solo il recupero del potere d’acquisto e la conseguente ripresa dei consumi interni possono consentire al nostro tessuto produttivo di superare definitivamente la crisi e contribuire a riavviare la macchina dell’economia regionale e nazionale».


dichiarazioni Iva 2013
dichiarazioni Iva 2014
Var.%
Variazione

(anno d’imposta 2012)
(anno d’imposta 2013)

Totale numero dichiarazioni
340.630
337.754
-0,8%
-2.876

Volume d’affari dichiarato
76.803.953.000
75.305.028.000
-2,0%
-1.498.925.000

Totale acquisti/importazioni
61.334.711.000
57.706.063.000
-5,9%
-3.628.648.000
Numero dichiarazioni
306.875
304.452
-0,8%
-2.423
Media
199.869
189.541
-5,2%
-10.328

Valore aggiunto fiscale
15.469.242.000
17.598.965.000
13,8%
2.129.723.000
Numero dichiarazioni
316.942
314.400
-0,8%
-2.542
Media
48.808
55.976
14,7%
7.169

Base imponibile
17.040.085.000
15.497.884.000
-9,1%
-1.542.201.000

Iva di competenza
1.638.225.000
1.752.500.000
7,0%
114.275.000

Imposta dovuta
2.425.075.000
2.412.382.000
-0,5%
-12.693.000

Imposta a credito
786.850.000
659.883.000
-16,1%
-126.967.000

Totale IVA dovuta
526.599.000
528.020.000
0,3%
1.421.000

Totale IVA a credito
1.571.984.000
1.398.822.000
-11,0%
-173.162.000

Totale rimborsi richiesti
143.795.000
127.270.000
-11,5%
-16.525.000
Numero dichiarazioni
2.310
2.169
-6,1%
-141
Media
62.249
58.677
-5,7%
-3.572

Credito in compensazione
1.452.586.000
1.299.782.000
-10,5%
-152.804.000
Numero dichiarazioni
146.063
145.888
-0,1%
-175
Media
9.945
8.909
-10,4%
-1.035

Totale versamenti effettuati
2.283.734.000
2.278.112.000
-0,2%
-5.622.000
Numero dichiarazioni
214.885
212.399
-1,2%
-2.486
Media
10.628
10.726
0,9%
98
fonte: elaborazione Centro Studi Confartigianato Imprese Puglia su dati DF


GLOSSARIO

Base imponibile: insieme delle operazioni che producono imposta, includendo anche quelle che la normativa 633/72 rende in parte (pro rata) o totalmente non detraibili (reverse charge).

Credito da utilizzare in compensazione nell’anno successivo: importo del credito non richiesto a rimborso e riportato all’anno successivo per essere utilizzato in compensazione sul modello F24 e/o in detrazione dell’Iva dovuta.

Imposta dovuta: ammontare dell’imposta che risulta a debito, avendo ottenuto un importo positivo dalla differenza tra l’imposta da versare e l’imposta portata in detrazione.

Imposta a credito: ammontare dell’imposta che risulta a credito, avendo ottenuto un importo negativo dalla differenza tra l’imposta da versare e l’imposta portata in detrazione.

Iva di competenza: ammontare complessivo dell’imposta addebitata a titolo di rivalsa sulle operazioni imponibili e dell’imposta relativa ad auto-fatturazioni cui viene detratto l’importo relativo all’imposta assolta e ammessa in detrazione.

Totale acquisti e importazioni: somma di tutti gli acquisti e di tutte le importazioni effettuate nell’anno, tenendo conto delle eventuali variazioni in diminuzione.

Totale Iva dovuta: totale dell’imposta che risulta a debito, avendo ottenuto un importo positivo dalla differenza tra gli importi a debito con quelli a credito a cui vanno scomputati gli eventuali crediti di "particolari categorie di contribuenti" e quelli ricevuti da "società di gestione del risparmio" e sommati gli "interessi dovuti in sede di dichiarazione annuale".

Totale Iva a credito: totale dell’imposta che risulta a credito, avendo ottenuto un importo negativo dalla differenza tra gli importi a debito con quelli a credito a cui vanno scomputati gli eventuali crediti ricevuti da "società di gestione del risparmio".

Totale rimborsi richiesti: ammontare dei rimborsi infrannuali e gli importi chiesti a rimborso in sede di dichiarazione annuale.

Totale versamenti effettuati: somma delle diverse tipologie di versamenti: i periodici (mensili o trimestrali) compreso l’acconto, gli interessi trimestrali e l’imposta a seguito di ravvedimento operoso, gli integrativi d’imposta (relativi agli anni precedenti) e l’annuale che coincide con l’importo del "Totale Iva dovuta".

Valore aggiunto fiscale: differenza tra il volume d’affari dichiarato e l’ammontare complessivo degli acquisti effettuati.

Volume d’affari: ammontare complessivo delle cessioni di beni e delle prestazioni di servizi effettuate, registrate o soggette a registrazione con riferimento a un anno solare, tenendo conto delle eventuali variazioni in diminuzione. Non concorrono a formare il volume d’affari le operazioni effettuate in anni precedenti ma con imposta esigibile nel 2010, le cessioni di beni ammortizzabili e i passaggi interni tra attività tenute con contabilità separata (vengono presi con il segno meno).

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