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Calano ancora i prezzi al consumo in Puglia

Data: 21/10/2014 - Ora: 11:40
Categoria: Economia

grafico NIC

Prima indagine sui prezzi al consumo

In Puglia, dal punto di vista tendenziale (variazione su base annua), si sono registrati valori negativi negli ultimi tre mesi di fila di quest’anno (luglio, agosto e settembre) . E’ quanto emerge da un’elaborazione del Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia su dati Istat. In particolare, oltre ai beni e servizi, già detti, seguono gli apparecchi audiovisivi, fotografici ed informatici ( - 2,6 per cento), l’abbigliamento e le calzature (- 2,4), le abitazioni ( - 2,1), i medicinali e i prodotti farmaceutici ( - 1,4). Reggono, invece, i prodotti alimentari e le bevande analcoliche. Crescono, a sorpresa, gli articoli tessili per la casa e l’istruzione secondaria (entrambi +4,3), i mezzi di trasporto e l’assistenza sociale (entrambi +3,3), i pacchetti - vacanze (+ 2,7) e i servizi finanziari (1,9). Da quest’anno il paniere utilizzato per il calcolo degli indici dei prezzi al consumo si compone di 1.4 47 prodotti (1.429 nel 2013), aggregati in 614 posizioni rappresentative (603 nel 2013).

Nel mese di settembre, l’indice dei prezzi si è attestato al valore di 108. In pratica, è sceso dello 0,4 per cento rispetto al mese precedente (era 108,4 ad agosto) e dello 0,7 per cento su base annua (era 108,7 a settembre dell’anno scorso). Quest’ultima variazione negativa, la più marcata dall’introduzione della nuova base di riferimento (nell’anno 2010), è dovuta, principalmente, alla flessione dei prezzi degli apparecchi telefonici (- 12,3 per cento), di quelli dei servizi di alloggio ( - 8,3), dei servizi di telefonia ( - 5,8) e, più in generale delle comunicazioni ( - 6), nonché dei beni energetici, come luce e gas ( - 5,6 per cento) . La deflazione si è abbattuta sull’economia regionale.

Nel caso dell’indice (Nic), al lordo dei tabacchi, le divisioni di spesa con il peso relativo maggiore sono i «prodotti alimentari e bevande analcoliche» (16,4 per cen to), i «trasporti» (14,2 per cento), i «servizi ricettivi e di ristorazione» (11,4 per cento) e il macro - settore «abitazione, acqua, elettricità e combustibili» (10,9 per cento) . «I dati elaborati dal nostro Centro Studi – commenta Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – confermano che anche l’economia pugliese, esattamente come quella nazionale, è in piena deflazione. Sebbene si tratti di numeri da interpretare con assoluta attenzione, non è incauto affermare che siamo di fronte a di una modificazione delle abitudini dei consumatori in reazione ad un quadro economico di profonda incertezza». Ad esempio, "nel comparto abbigliamento e calzature, la flessione dei prezzi"

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