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Data: 22/05/2012 - Ora: 09:41
Categoria:
Cronaca
Il cambio di ipotesi di reato scaturisce dal tipo di attentato
Nel caso di Brindisi non si puà parlare solo di "strage" come vorrebbe qualcuno ma si tratta di "strage aggravata dalla finalità di terrorismo" (articolo 270 sexies del codice penale), con il passaggio delle indagini da Brindisi alla Dda di Lecce. Francesco Mandoi, sostituto procuratore nazionale antimafia con delega al Salento, taglia corto sulle notizie che vorrebbero uno scontro tra il procuratore della Repubblica di Brindisi, Marco Dinapoli e il Procuratore capo della distrettuale antimafia di Lecce, Cataldo Motta, sulla competenza ad indagare.
L'effetto che ha provocato l'evento criminale è di terrorismo sia che venga fatto da un singolo isolato, sia da un pazzo, sia da un'organizzazione eversiva, dalla mafia o dalla Sacra corona unita.
Ieri pomeriggio, quindi, Pietro Grasso, a capo della Direzione Nazionale Antimafia, ha annunciato che con il cambio di ipotesi di reato l'inchiesta sull'attentato di Brindisi sarà coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce.
Alla Dda leccese sarà aggregato il pm di Brindisi Milto Stefano De Nozza. L'aggregazione di un pm brindisino testimonia la visione comune che sembrava essere stata messa in discussione quando Dinapoli aveva parlato di gesto isolato e aveva rivelato l'esistenza di un video. Polemiche sulla divulgazione del video che riprende l'attentatore, perchè, secondo gli inquirenti, avrebbe fermato e ritardato lo svolgersi delle operazioni di inestigazione.
Autore: Maria Nocera
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